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Aggiornato: 7 maggio 2025
Era da qualche tempo che giocava a tavola reale con uno di quei Francesi, ma dall'angolo ove stava seduto, avendo udito il racconto del De-Forses, non avea potuto mantenere il suo sangue freddo, e la sua attenzione, interrotta dallo sdegno che quasi gli fe' rompere in quel punto la sua regola di dissimulazione, non valse a dargli vinta la partita.
Il Mandello quasi fu per tradire gl'interni pensieri, tanto sensibile fu la scintilla che gli balenò tra ciglio e ciglio all'udire che il De-Forses accettava, soggiunse poi: Non trattasi di fioretto, caro mio; coi fioretti si giuoca, e allora a che il sangue freddo? Per conoscere quali sono le virtù indispensabili allo schermitore, conviene che chi combatte il faccia per la vita.
Per comprender la causa per cui il Mandello pronunciò quest'ultime parole appena vide il De-Forses, convien sapere che da molto tempo aspettava un'occasione per punire in qualche modo quel barone francese il quale era l'uomo più laido e più atroce dell'esercito; in quella sera poi gliene crebbe a mille doppi la smania per l'indignazione e l'orrore, onde tutto si sentì rimescolare all'udire il tetro racconto che quel mostro aveva fatto della misera gentildonna da lui medesimo tratta a mal termine. Ma ad ottener l'intento, gli bisognava un pretesto per potersi sbrigar di colui senza che ci fosse apparenza d'odio, nè vi paresse spinto dal desiderio di vendicare i propri concittadini, che di quel modo svelandosi al governatore, gli sarebbe per sempre stata chiusa la via a toccare gli altri e più importanti suoi fini. Essendo dunque alcuni dì prima venuto a contesa con quel barone intorno alle qualit
Ma parve che il Lautrec ne ricevesse questa volta una sensazione, chi sa per qual causa, ingrata, perchè, sebbene volesse dissimulare, pure gli scappò detto: Basta così, De-Forses, basta, volevo qualche cosa di più allegro; e si concentrò in sè medesimo, chi sa a quali obbietti pensando.
Allora i due campioni, e tutti quanti trovavansi intorno a loro, si volsero per domandare licenza al governatore, trattandosi di un duello a morte. Ma quegli tornato l'uom tetro di prima, erasi di bel nuovo messo a sedere innanzi al camino; però quando il conte Galeazzo e il De-Forses gli si avvicinarono per chiedergli concedesse loro di tenere la mortale scommessa, egli non fece altro che alzare la testa qualche poco e girare su di essi il solito suo torvo sguardo, poi disse macchinalmente come se i suoi pensieri fosser volti ad altro: Andate, ammazzatevi pure, e se v'è tal altro qui che voglia imitar costoro, il faccia che far
Sì, disse poi con voce più alta, nel giuoco l'ingegno, nel duello il sangue freddo. E costui, soggiunse tosto battendo sulla spalla del De-Forses e rivolgendosi a tutti, costui sosteneva, che il duello più che il sangue freddo vale il saper giocare di tempo. Lo sostengo ancora, rispose il De-Forses.
Da quanto tempo avete voi pensato a questo vostro colpo? gli chiese allora il Lautrec. Il Mandello fu sorpreso da tal domanda, ma subito rispose: lo non vi comprendo, eccellenza. Comprendo io voi! disse il Lautrec e stette per qualche tempo a fissare il conte, che fissò lui. Voi avete sempre odiato il De-Forses! soggiunse poi il governatore. Il Mandello non rispose.
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