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È proprio così, soggiunse Damiati, e Carlo e Mario sono testimoni della sua prodezza. Io però voglio raccontare il fatto come è avvenuto, perchè so che sar

Don Vincenzo fece eco alle sue parole; anch'egli trovava che si viveva meglio nei tempi passati senza tante macchine, tanti giornali e tante scoperte. Appunto quella mattina aveva letto in un giornale che un operaio aggiustando un filo della luce elettrica era rimasto fulminato e che era avvenuto uno scontro ferroviario: tutte cose che in altri tempi non sarebbero accadute. Damiati non voleva sentire quei discorsi; egli che era un vero uomo moderno, amava il progresso e ammirava i nuovi ritrovati della scienza: diceva soltanto che bisognava esser preparati a tutte queste novit

Alla presenza del professore Damiati si diede lettura dei nostri scritti. Quello di Vittorio, e quello della tua figlia furono giudicati i migliori. Carlo ed Elisa erano troppo distratti per poter far bene. Mario mostrò un foglio di disegni che fecero rider tutti.

Maria si mise il cappello e uscì assieme ad Elisa, seguita da Carlo e Damiati.

Però veniva un po' più spesso il professore Damiati che si trovava sempre bene in casa Morandi. Per far piacere a Maria, dava lezione a Carlo, ed agli altri ragazzi utili suggerimenti, e spiegava loro tutte le cose che non riuscivano a comprendere.

Il signor Guerini fece fermare la macchina, perchè vedessero bene, e allora il professor Damiati spiegò, come quegli arnesi dove il cotone era disposto a falde quasi in natura, facessero l'ufficio della conocchia che adoperavano le donne antiche per filare, e mostrò quale progresso si era fatto da quel tempo, in cui s'impiegavano parecchie giornate per filare un solo gomitolo di cotone, ed ora se ne filano centinaia in un'ora.

In villa Guerini erano stanchi di star chiusi come in prigione, e di non veder una fine a quella condizione di cose, ed essere costretti a vivere sempre nell'ansia dell'incertezza; per fortuna avevano la famiglia Morandi e il professore Damiati che passavano quasi tutta la giornata con loro, e ciò li confortava, ma il signor Guerini era stanco, scoraggiato, di cattivo umore.

È una specie di gara, per vedere chi di noi scrive meglio, e questa sera il professar Damiati giudicher

Questo no! proruppe Vittorio avvicinandosi a Maria, e saltandole al collo per abbracciarla. Cattivo professore! esclamò Giannina, seguendo l'esempio del fratello. È la storia di Maria, dissero Carlo ed Elisa, raggruppandosi tutti intorno alla sorella. Ha ragione, signor professore, è una vera eroina. Vediamo come la pensa Mario, disse Damiati, strappandogli la carta che stava scarabocchiando.

Damiati era contento di poter frequentare la casa Morandi, perchè si trovava bene in quell'atmosfera serena e quieta, ed era tutto pieno d'ammirazione per Maria, che sotto apparenze modeste avea molto ingegno e non comune istruzione, non che rara pazienza nel sopportare tutte le impertinenze dei fratelli, cui correggeva senza perdere la calma e non lagnandosi mai della sorte che le era toccata, di perdere i più begli anni della giovinezza nel fare da mamma.