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Aggiornato: 7 maggio 2025
I più sentono in core come io sento: io lo dico. Io dunque non gitterei, come voi, Manin, l'anatema su quei feritori: non direi loro, con ingiustizia patente: siete codardi; non direi al Partito, che non incuora quei fatti: fallirete allo scopo se non fate che cessino ma direi: «perchè ferite, o miseri? che sperate? se mai l'uomo ha diritto sulla vita dell'uomo, io so che la spia, il traditore, l'italiano, che accetta, per danaro, dall'oppressore straniero la infame missione di torturare o consegnare al patibolo i suoi fratelli intolleranti della servitù della Patria, son tristi e degni di morte; ma importa spegnerli? e potete spegnerli tutti?
Ho detto che salutereste liberatore ed eroe l'uomo dal cui pugnale escisse, come dal dardo di Tell, l'insurrezione trionfante d'un popolo. E dico che salutereste glorioso fra tutti i popoli quel popolo che, sprovveduto d'altre armi, trovasse modo d'emanciparsi dall'oppressore straniero con soli pugnali. I vostri poeti inneggiarono in ogni tempo ai pugnali che liberarono col VESPRO la Sicilia dagli invasori Francesi. I vostri scrittori politici, Balbo fra gli altri, proposero venti volte all'Italia l'esempio della Guerra d'Indipendenza spagnuola; e fu, come la intimava il grido energico di Palafox, guerra a coltello. Tra voi e me non corre differenza se non quest'una: ch'io dico: santa è ogni guerra contro lo straniero, e onoro chi la tenta s'anche soccombe; voi dite: santa è ogni guerra che vince, e insultate ai caduti. Voi gittate l'oltraggio sugli arditi popolani Milanesi del 6 febbrajo: li avreste detti magnanimi e salvatori del paese, se avessero vinto. Voi di certo non credeste che un popolo servo dello straniero e capace di liberarsi non debba farlo, sol perchè l'armi rimaste in sue mani non raggiungono una data lunghezza; voi credete morale l'uso d'un'arme da fuoco sparata di dietro da una barricata, o di una granata avventata in una insurrezione nazionale da un tetto di casa, e gridate immorale l'uso d'un pugnale brandito sul petto al soldato straniero da chi avventura nel tentativo la vita. Voi non credete, in guerra, colpa le sorprese o infamia le mire: voi non offrireste duello al masnadiere che v'occupasse la casa, ma fareste arme d'ogni cosa a liberarvene speditamente e col menomo vostro pericolo. A voi riesce mal gradita l'insurrezione iniziata da popolani. Come piegare davanti al prestigio monarchico moltitudini che hanno raggiunto coscienza di emanciparsi da sè? Dietro a tentativi come quello del 6 febbrajo, voi intravedete il fantasma, che vi turba i sonni, della sovranit
Ma i cittadini?... Dormono anch'essi. Oh, se non vegliarono mai neppure di giorno! Se, cullati dalla pace tra le oziose braccia, hanno sempre gli occhi chiusi ai torti, onde vengono oppressi ogni ora, ogni momento? Vigliacchi! hanno veduto la rovina di tante persone lor care, e tacquero. Che fa a loro il soffrire degli altri? E quand'anche toccano una nuova sferzata dall'oppressore, si risentono un tratto, danno una volta stizzosa pel letto gridando, Come si sta male! poi rattaccano più sodo. Se alcuno alza la testa, vede gli altri che dormono, e non l'odono o non gli badano; onde per lo meglio tace, si adatta, e l'ahi che preparava, finisce in un va bene. Quando verremo a liberarli, non ci cureranno: staranno forse contro di noi. Vigliacchi! Eppure tanti ne conobb'io generosi, pronti a versare il sangue per l'utile comune. Or dove sono? Dove son più quei giorni? Ecco! appena diciannov'anni io conto, e gi
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