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Aggiornato: 16 luglio 2025
Mostra anzi di interessarti ai suoi lavori. Ogni lavoro d'uomo, per esser giocondo e fecondo, deve esser accompagnato dall'ombra del pensiero femminile. La donna deve essere sempre compagna nostra in ogni pensiero, in ogni opera di mano o di cervello. Essa è il sale d'ogni nostro cibo, la poesia d'ogni nostro travaglio.
La rana che gracida nel pantano, ma il cui grido insistente, che viene dall'ombra, tutti possono udire.... Per questo: occhi aperti, diffidenza con tutti. Uomo avvisato mezzo salvato!
Anzi imponiamo loro di trascurarci. Tutte a gara sviluppano il flirt semilascivo coi mutilati nelle penombre favorevoli, per le scale coperte e gli spiralici sentieri che sgusciano dall'ombra e s'affacciano sullo splendore del golfo lunare. Coppie strane dove un agile corpo di donna giovane è accarezzato un attimo, ma preferisce accarezzare un corpo maschio infranto che zoppica, ondeggia.
È Matilde mormorò il Cresti. Di mano in mano che scendevano dall'ombra verso la luce del piazzaletto, le cose si confondevano come dentro a una nebbia per il povero Massimo, che non sentiva più nemmen la voce del suo compagno, che gli faceva l'effetto d'un moscone.
Come mai? pensavo, tornando indietro, colpito deliziosamente da una melodia che si spandeva. Il vecchio s'era mosso; passava al sole dall'ombra, avvicinandosi a una delle tre finestre basse che si aprivano sul vicolo dal muro di faccia a noi. Alle finestre ci si arrivava quasi con la testa. Le vetrate erano spalancate e la musica passava.
Dall'ombra d'un angolo, allora, la mia rugosa nutrice sudanese cantarellava tristemente, con la sua voce gracile e nera, battendo in cadenza le mani più dure che nacchere. Nella soffocazione della sera traboccante di fuoco, la voce della vecchia istoriava il silenzio di leggende crespe come teste di negri, fendute da bianche risate e coronate di piume scarlatte.
Dall'ombra dei palmizii uscì incontro ai due giovani la figura curva e malaticcia di Roberta; si avanzava adagio, svogliata, trascinando seco una folla di disgusti, e fra le mani teneva un gran libro di racconti fantastici. La fosforescenza, ch'è nel sorriso e intorno al corpo degli innamorati, si spense tosto intorno a Cesare e ad Emilia.
A noi non la vittoria, ma dei fiacchi lo scherno: Non i felici oròscopi, ma il pallido dover: Non fratricidi allori, ma l'abbandon fraterno: Non di tiranni il soldo, ma il raggio d'un pensier. L'alme donammo al fato, non bugiarde parole, Dall'ombra degli avelli guardando all'avvenir!... L'Ombra, inchinando l'asta, grida: Stanotte vuole Coi morti di Mentana Leonida dormir!
Ma così potè assistere, coperta dall'ombra, al momento in cui, giunta davanti alla capanna dell'albergo, la bella baronessa, scioltasi dallo sciamma in cui s'era avviluppata contro la brezza notturna, si abbandonò per discendere dalla cavalcatura nelle braccia del giovine, che la tenne un istante sul petto.
Parola Del Giorno
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