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Conte Senatore Testi, incaricato del portafoglio delle relazioni estere, rilasciare credenziali nelle solite forme, si è supplito colla qui unita lettera di credito per il signor Principe di Metternich, ministro di Stato di S. M. l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia; i signori deputati si recheranno in Mantova per ricevere da S. A. I. il Principe Viceré i necessari passaporti e lettere di credito presso gli altri sovrani alleati.

La situazione avea aiutata l'indipendenza, l'indipendenza avea serbata la concordia, e la concordia aveva compiuta e sancita l'indipendenza. Ultimamente, da un cinquant'anni, parecchie contese e guerre le erano sorte contro al re d'Ungheria per l'Illirio, contro all'imperator greco per gli stabilimenti orientali.

Urbano VI fu zelante italiano, zelante papa, ma imprudente forse ed avventato. Scostatasi da lui la regina Giovanna, ei chiamò d'Ungheria nuovi competitori. Del 1385, puní ferocemente alcuni cardinali congiuranti contro lui; lasciò ridissolversi lo Stato, riunito giá dal cardinal Albornoz; e morí poi nel 1389.

Successegli in Roma Bonifazio IX. Cosí scese d'Ungheria Carlo di Durazzo, ultimo maschio della stirpe di Carlo I, contro alla vecchia regina Giovanna; prese Napoli, fecesi proclamar re Carlo III ; prese poco appresso Giovanna stessa derelitta da tutti, tennela nove mesi prigione; e, dicesi, tra le piume del letto spensela poi . Giovanna aveva giá chiamato ad erede Carlo di Durazzo; ma nel frattempo che era assalita da lui, chiamò Luigi figlio del re di Francia, e nuovo duca d'Angiò, nuovo stipite di una seconda casa Angioina di Napoli.

Ma, prima che l'effettuasse, morí Carlo II d'Angiò, e succedettegli Roberto suo figliuolo secondo . Il primo, Carlo Martello, l'amico di Dante, era morto da parecchi anni, lasciando un figliuolo, stipite degli Angioini d'Ungheria, i quali rivedremo in Italia. Arrigo scendea con poca gente, poco danaro, non trovava parte ghibellina forte in nessun luogo, salvo Verona.

Dopo quindici giorni sparí del tutto l'illusione dell'indipendenza italiana; con proclama de' 23 maggio il F. M. Conte di Bellegarde solennemente promulgò che non piú in nome delle Alte Potenze coalizzate, ma bensí per il suo sovrano e padrone l'Imperatore d'Austria, Re d'Ungheria e di Boemia, riteneva Milano e le annesse provincie. Dichiarò nel tempo stesso, che da quel giorno cessava l'attivit

L'insurrezione italiana, nelle condizioni attuali dell'Impero, trascina con inevitabilmente l'insurrezione dell'Ungheria: l'insurrezione d'Italia e d'Ungheria trascinano inevitabile l'insurrezione del popolo in Vienna: l'insurrezione d'Italia, d'Ungheria e di Vienna, trascinano inevitabile l'insurrezione di mezza Germania, il fermento dell'altra met

Venezia fu costretta a romper guerra per le sue possessioni stesse in Morea; e allora fece alleanza con Mattia Corvino re d'Ungheria e grand'uomo, col duca di Borgogna uomo ambizioso che volea porsi a capo della crociata, e con Giorgio Castriotto sollevator degli albanesi.

Un'altra figura storica del tempo di Rienzi e Petrarca aleggia nel palazzo di Avignone, quella di una bella e giovine principessa, accusata dell'uccisione del marito ed assolta dal Pontefice; Giovanna I regina di Napoli e signora di Avignone e della Provenza. Quale erede del regno, era stata fin dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto I al giovane principe Andrea d'Ungheria. Questo re morì il 19 gennaio 1343, dopo aver stabilito un consiglio di reggenza per la durata della minorit