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Se io fossi sicuro che tu assassinassi me, non protesterei; ma perchè tra due rischi c'è quello ch'io ammazzi te, non intendo di andare in corte d'assise e alla reclusione, per te e per le tue follie. O un testimonio, o niente duello. Ma io di quei di laggiù non ne voglio. Ed io ti potrei dire che ci sono soltanto quei di laggiù capaci di renderci il servizio, in Corsenna.

Quante donne per eroica protesta, per intolleranza eccessiva hanno disfatto una famiglia, forse due famiglie; tagliando la ritirata al marito, facendo d'un suo capriccio una passione, d'una sua contravvenzione al galateo un delitto di Corte d'Assise.

È una pagina di Aristo Mortara, presidente della Corte d'Assise di Milano, uomo il quale non solo è magistrato di alta coscienza, ma anche un cittadino d'esemplare moralit

Le carrozze son pronte! Partiamo! Meno male che marciamo en grands seigneurs. Di' piuttosto, come i malfattori che vanno alla Corte d'Assise... Eh!... loro ed i principi sono i soli che hanno diritto di avere una scorta! Gli estremi si toccano... E si rassomigliano! Si montò nelle carrozze e dopo un breve tratto di via ci fermammo: si sentì cigolare una porta... Eravamo giunti ai Domenicani.

Benchè la mattinata fosse assai frigida, piovigginosa, pure la via del Senato, il cortile del palazzo Elvetico e la vasta Sala della Corte d'Assise, ove gi

<tb> Nel 1874 mi inscrissi al partito repubblicano; nel 1876 cominciai ad apparire in pubblico come oratore. Nel 1882, quasi durante gli esami di laurea, ebbe luogo un processo mio in Corte d'assise, ed era, non so se il decimo o il duodecimo. Fui processato anche dopo, e ultimamente nel 1896 a Milano e Livorno, sempre per delitti di stampa e sempre assolto.

«Fummo tradotti davanti alla Corte d'Assise. Un uomo tutto vestito di nero e in modo così buffo che ne avrei riso in altra occasione, gridò e gesticolò durante una giornata intiera, chiamando Dio in testimonio, parlando del salvatore della Francia, pregando i giurati di purgare la societ

L'interrogazione beffarda, con cui il padre Bonaventura chiuse il discorso, comandava una risposta sollecita, e Battista dovette alzare il capo, mostrando una faccia così livida che mai la somigliante non fu veduta davanti ad una Corte d'Assise. Lo sciagurato cadde ginocchioni e, giungendo le mani in atto supplichevole, gridò: Signore, ho moglie e quattro figli! Per carit

Rileggendo in volume quelle pagine che uscivano quasi contemporaneamente con le relazioni delle sedute della Corte d'Assise pel processo del loro autore, si ha l'impressione di un senso artistico divinatorio che meraviglia. L'anarchico Salvat sembra un simbolo: il processo di lui una esattissima previsione di quel che sar