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Il giovine non aveva agio di poter parlare alla ragazza, chè in casa del curatolo le donne non eran punto usciaiuole: e pensa e ripensa, non trovò altro che aprirsi con comare Santa, una vicina, intima della famiglia. Questa promise d'incaricarsi della faccenda. E difatti, alcuni giorni dopo, profittando d'un momento che restò sola con Serena, le disse che Peppe la voleva.

Comare Santa, dopo tre giorni d'astute evoluzioni in casa del curatolo, potè dare una risposta al giovine che l'aspettava con una viva impazienza. Aveva una faccia da mortorio: infarcì il discorso di lunghe esitazioni, la pigliò larga, per render meno amara la pillola, e finalmente fece comprendere all'innamorato che in casa della picciotta, nessuno voleva saperne di lui. E di discorso in discorso, da vera chiaccherona che era, si lasciò scappare che il fratello, interrogato sulle faccende che gi

Ma lui stimò bene fare il sordo. Prende il primo curatolo: bomm.... una schioppettata tra fichidindia, e cade senza poter dire, aiutatemi Cristo!

Il 3 gennaio l'Ispettore di Pubblica sicurezza Rinaldi lo invita a recarsi nel di lui ufficio; ma Curatolo rispose sdegnoso di non aver nulla da fare con l'Ispettore. L'indomani l'Ispettore si vendica del rifiuto arrestandolo, chiudendone la farmacia e trattenendone la chiave per dodici giorni.

Bisognava far tastar la famiglia, e in ispecie comare Betta; il curatolo faceva sempre il volere della moglie in tutto e per tutto: comare Santa ch'era stata tanto buona d'incaricarsi della prima commissione, si sarebbe potuta incaricare anche della seconda.

Egli vendette alcuni vestiti per potere scappare! Quanti ne avesse il Montalto si rileva da sue lettere da Palermo a Curatolo. Il 27 maggio 1893 gli scrive: «Andrò al Congresso di Reggio Emilia ricorrendo per denaro agli amici, naturalmente a titolo di prestito.» E in data del 25 gli aveva scritto: «... le cambiali fatte per sostenere il giornale Il Mare scadono e non so come far fronte....»

Venne forse l'ordine di arresto da Palermo dove nelle perquisizioni ai membri del Comitato Centrale dei Fasci si erano per avventura trovati documenti compromettenti pel Curatolo? Niente affatto. È l'Ispettore Rinaldi che ci d

Innanzi al Tribunale di guerra la causa si trattò il giorno 20 marzo con un personale tutto diverso, a cui, affermavasi da tutti, era stata imposta la sentenza; e Vincenzo Curatolo, infatti, non ostante le risultanze del processo, nell'assenza di alcun documento che lo accusasse e sulla base della sola testimonianza di un confidente di questura che disse averlo visto in Paceco il grande delitto! il giorno 3 Gennaio, venne condannato a sette anni di reclusione!