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Aggiornato: 31 maggio 2025
Chi sa quanto il coraggioso assassino avea lavorato per tagliare, cucire, pitturare cotale abbigliamento di carta somigliante ai panni da poter comparire in pubblico senza essere riconosciuto. Era una vendetta, meditata, certamente. E fin ora non si conosce la causa dell'attentato, nè chi lo perpetrava.
Alle dieci, Bambina aprì la persiana, posò la lampada sul davanzale, si mise a cucire non so che, ed attese. Passò un'ora. Sperò. Essi avevano forse rinunziato al convegno o lo avevano obbliato. Ahimè! povera fanciulla, no: eccoli che giungono.
La Betta era piaciuta alla signora Emilia pel suo aspetto di cameriera che faceva buona figura. Sapeva cucire e stirare la biancheria, e si adattava anche ad ogni più basso servizio.
Faceva grande attenzione alle faccende della casa, voleva che la nonna la lasciasse fare da sola, era contentissima quando riusciva bene, e che il nonno le faceva un elogio, per qualche manicaretto elaborato dalle sue tenere mani. E imparò presto a cucire, a rammendare la biancheria, a inamidarla e stirarla a dovere.
Qualche volta prendeva la figlia sulle ginocchia, e le raccontava delle storielle, mentre la mamma faceva andare la sua macchina da cucire per terminare un lavoro urgente.
Eravamo tre sorelle somiglianti da scambiar; insegnava l'una all'altra a cucire e a ricamar. La piú piccola di tutte certa sera volle andar per la porta del giardino, con due torcie, a sollazzar. Vestí un abito da paggio, che non potea meglio star; pugnal d'oro alla cintura, borzacchini da allacciar: per la strada, innanzi e indietro, si metteva a passeggiar.
Si vestiva sempre così bene; aveva di sè una cura infinita; i suoi trent’anni parevan meno di venticinque; si vedeva ch’era impossibile, per lei, far a meno dell’amore. Sapeva cucire, cantare; sapeva scegliere i bei libri e tagliare le fine stoffe, dipingersi un po’ troppo gli occhi e suonare a memoria Bach; sapeva rendere piena di tentazione la mia vita deserta.
Grazie!... Ne siamo alle solite gentilezze? Rosina infilò l'ago e si rimise a cucire canterellando in mezzo ai denti una canzoncina arrabbiata. Antonio che si levava dalle tasche del soprabito con precauzione, l'una dopo l'altra, due bottiglie di vino e le posava sulla tavola, si rifaceva a domandare: Non è dunque venuto nessuno?
Di faccia alla finestra ove la servetta s'indugiava era quella della Marangi, la maestrina comunale. A poca distanza dal parapetto, seduta a una tavola sulla quale era pur la piccola macchina da cucire, la Marangi scriveva, piegata su un mucchio di carte. Di volta in volta, sostando, si leccava il medio della mano destra che s'era insudiciato d'inchiostro, e lo fregava a una pezzuola.
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