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Aggiornato: 15 maggio 2025


E come può credere l'uomo, che mi vede pascere e nutricare il vermine intro el legno secco, pascere gli animali bruti e i pesci del mare, tucti gli animali della terra e gli ucelli de l'aria; sopra le piante mando el sole e la rugiada che ingrassi la terra: e non crederá che Io nutrichi lui, el quale è mia creatura, creata a l'imagine e similitudine mia?

Certo, niuno altro, se non colui che con nuova moglie crederá l'amorose tribulazion mitigare. Non conoscono quegli, che ciò credono fare, la natura d'amore, quanto ogni altra passione aggiunga alla sua. Invano si porgono aiuti o consigli alle sue forze, se egli ha ferma radice presa nel cuore di colui che ha lungamente amato.

vi offendano i nomi inusitati, perché, per adattargli a le persone e loro uffici, gli ha tratti dal greco: e questo dice dei latini antichi essere usanza; e in ciò gli ha seguitati. Io vi direi piú cose da sua parte; ma il tempo passa. Questa qui è Bologna. Chi 'l crederá ch'oggi in picciol luogo si sia ristretta?

Ecco, andrá o mandará in casa del conte, e come saprá che è piú d'un mese che non vi son ito, scoprirá tutta la bugia, mi terrá sempre per un bugiardo e bisognando non mi crederá la veritá istessa. PANIMBOLO. Bisogna con una nuova bugia salvar la vecchia bugia: andiamo a casa del conte e rimediamo in alcun modo.

PANFAGO. Anzi lo crederá prima che s'apra la bocca, che i vecchi son di natura sospetti, e giá del fatto v'è in sospetto; e quando fusse restio a crederlo, della veritá ne potremo far veder subito l'isperienza: ché lavatole la faccia restará bianca e, se vuol toccar con mano se sia femina o maschio, le scalzi le brache e lo vederá.

Chi crederá ch'egli avesse cacciato Virgilio, chi Orazio o Giovenale, acerrimi riprenditori de' vizi? chi crederá ch'egli avesse cacciato il venerabile mio maestro messer Francesco Petrarca, la cui vita e i cui costumi sono manifestissimo esemplo d'onestá? chi il nostro autore, la cui dottrina si può dire evangelica?

DON FLAMINIO. Non lo crederá mio fratello ancorché lo vedesse con gli occhi suoi. PANIMBOLO. E bisognando, faremo che lo veggia: come fargli veder di notte che alcuno entri in casa sua, mostrargli veste sue, gioie che portò quel giorno della festa o de' doni propri mandati; e per mezzo della notte agevolmente si può far veder una cosa per un'altra. DON FLAMINIO. E ciò come farassi?

PANFAGO. Ascolta quanto dico. PANFAGO. Poiché costoro han tinto di carbone la faccia a Melitea e l'han fatta comprar da quel buon vecchio e or è in casa sua, andiamo a Filigenio, scopriamogli la veritá; essageraremo il negozio, che arderá di sdegno contro il figlio, porrá Forca in una galea, cacciará Melitea di casa sua per i capegli a bastonate. DOTTORE. Egli nol crederá.

Qui sta la vittoria del fatto; e partiamoci ché non venga e ci veggia ragionar insieme, perché sarebbe un dargli sospetto di qualche trama ordita contra di lui. Io andarò a dargli nuova che il vignarolo è entrato in casa e che Lelio è contento far il volere di suo padre: il che crederá, come cosa che desidera, e verrá agevolmente al giuramento. LELIO. Come trattenerò io il vignarolo?

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