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Se fosse salito, se fosse entrato a sorprenderla? Che c'era di male?... Esitò, aggrottò le ciglia. Ma, come un baleno, gli passò nella fantasia la visione di Fanny in sottanino, colle spalle nude: fece le scale di corsa e volle aprir l'uscio della ragazza, ma, lo trovò chiuso. Cammilla bisbigliò Cammilla... Subito l'uscio s'aprì. Egli rimase su due piedi, impacciato, sorridendo.

Giacomo, da quella prima sera, non lasciava più in pace la Cammilla: la cercava, le correva dietro per le scale, la seguiva negli andirivieni degli stanzoni del fondaco. Avevano insieme lunghi colloqui, fra le botti d'aringhe e i barili d'olio.

Giacomino aveva abbandonato il caffè Biffi, il teatro e stava sempre in casa; ma per due ragioni: la prima, che non aveva un soldo e non ne poteva trovare; la seconda... il buon Daniele non l'avrebbe mai indovinata!... Cominciava a piacergli la Cammilla, e il suo capriccio era stimolato da una gran curiosit

L'aria frizzante della strada lo rimise in calma; cascava un nevischio minuto, e lui si levò il cappello per sentir sulla fronte il contatto di quelle goccioline ghiacciate. Così rinfrancatosi, sorrise del suo spavento. Un leggero deliquio; forse Cammilla lo ha fatto apposta.

È l'avarizia della mamma, esclamò il cuginetto con galanteria. Devi avere de' bei piedini. Fatti sentire dal babbo, e fatti fare degli stivaletti coi bottoni, alti così. E le indicò come li portava la Fanny. Poi tornò a fissare, a guardare la Cammilla, con occhi esperti da conoscitore, immaginandola nell'amazzone attillata o colle spalle nude come la Fanny.

Bada di non cascarci tu. Senti? La mamma ti chiama. E il ragazzo, un po' pallido, ma sicuro, attraversò il fondaco per salire in casa. Temistocle, l'altro fratello, e più di tutti la Cammilla, gli giravano attorno, inquieti, ansiosi, per interrogarlo. Niente! Niente!

La Cammilla, quando era venuta a Milano, era una bimba di nove anni; adesso ne aveva diciotto, ed era sempre in prova.

Ma questa, forse, per farsi sposare. Sono così false le donne, così perfide e così viziose! Pure, ripensandoci, i begli occhi neri, scintillanti della cavallerizza, quando lo fissavano, gli dicevano tutt'altra cosa che i grandi occhi cilestri, nuotanti fra le lacrime della Cammilla.

No, mamma; colla Cammilla sarò stato imprudente, avrò avuto torto; ma ho scherzato, nient'altro: come ha scherzato anche la Cammilla del resto. Sposarla no, e la faccia del giovanotto così dicendo diventava dura, gli occhi si facevan torvi; capiva di dover combattere contro l'amore di quella testarda, e combatteva accanitamente. Sposarla, no; quella , nessun'altra; ma quella poi, meno di ogni altra. Sar

Giacomino si avviò, ma poi, vista la Cammilla, tornò indietro girando fra i barili e le botti; ma la ragazza che stava in vedetta, gli andò incontro risolutamente e lo fermò. Mi ha chiamato la mamma disse Giacomo duramente. Lasciami passare. Cammilla non si mosse; lo guardò fisso cogli occhi aridi, bruciati dalle lacrime. Io, sempre. Questo volevo dirti, e nient'altro. Io, sempre.