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Aggiornato: 5 maggio 2025
Cadon le schiere d'ogni orgoglio emunte, Difese invan dall'orrida mitraglia E dal filo dei brandi e dalle punte. Che in mezzo ad esse rapido si scaglia E tronca e fora e penetra e calpesta Sin che l'ultime file apre e sbaraglia; Poi sotto la vulcanica tempesta Assal col brando nella destra eretto De' grossi bronzi la trincera infesta. GIANNI. La Battaglia di Marengo.
Langue d’autunno il solitario vespero De l’âtre nebbie fra i cinerei veli; Scendon l’ombre a le verdi solitudini Giù dai lividi cieli. Cadon le foglie, volteggiando aeree Da la fredda portate ala del vento, Quai morti sogni. Erra per l’aure un brivido Come di bacio spento.
87 con patto, che se fa che con lo stuolo suo cada in terra, ed ei stia in sella forte, ne la rocca alloggiar vuole egli solo, e vuol gli altri serrar fuor de le porte. Per non patir quest'onta, va il figliuolo del re di Francia a rischio de la morte; ch'aspramente percosso cade in terra, e cadon gli altri, e Tristan fuor li serra.
Ma più d'ogni altro, quegli che voi chiamate il "buon signor Gonzalo". Le sue lacrime cadon sulla barba come gocce d'inverno sulla paglia d'una tettoia e questo vostro incanto sì fattamente ora li tien che quando li vedeste il cuor vostro diverrebbe più mite. E tu lo credi in vero, o spirto? Lo diverrebbe il mio se fossi un uomo, o signore.
47 Orlando, che l'ingegno avea sommerso, io non so dove, e sol la forza usava, l'estrema forza a cui per l'universo nessuno o raro paragon si dava, cader del ponte si lasciò riverso col pagano abbracciato come stava. Cadon nel fiume e vanno al fondo insieme: ne salta in aria l'onda, e il lito geme.
Mentre noi cittadini, nelle sere d'estate, Sorbiamo, a suon di musica, le bevande diacciate, Essi cadon dal sonno, veglian pallidi e infermi Nei campi, nelle vigne, o attorno ai mille vermi Che daranno la seta!... Mentre noi, nelle sere Invernali, danziamo, o cerchiamo al bicchiere, O al teatro, o al tepore d'un buon letto, la gioia, Essi treman dal freddo su una lurida stuoia Sdraiati, e addormentandosi nelle insalubri stalle, Invidiano lo strame ai bovi e alle cavalle!
³⁸² In Palermo, Felicella MDCCLXII. La Casa Filippone era ad un tempo spedale, infermeria, ambulatorio femminile. Gettiamo uno sguardo sulle ammalate che vi si ricevevano e sugli uomini che vi si medicavano. Quelle erano povere donne che non avevano dove andare, e le quali perchè non febbricitanti non venivano ricoverate negli spedali; eran civili, anche dame, vergognose di farsi visitare dagli uomini, e riluttanti a manovre chirurgiche. Nei pubblici spedali, dice il Ragguaglio, «non cadon sotto la cura moltissime infermit
Il Tempo!... Il triste scettico; L'êra, l'anno e l'istante; L'orco che mangia i popoli; L'impassibil quadrante; La sfinge inaccessibile; Il mistico serpente, Che afferra, eterno circolo, La sua coda col dente. In un nembo di polvere Cadon le vecchie mura; Sembran côlte le tegole Da un'orrenda paura; Ed i balconi, vedovi D'imposte e senza vetri, Sovra i passanti guardano Come occhiaje di spetri.
Parola Del Giorno
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