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Aggiornato: 5 maggio 2025


Egli invece, adoperandosi sinceramente ad impedire la sua rottura con Lamberto, aveva sentito sino d'allora in quella segreta ripugnanza di Bice l'istintiva antipatia della donna debole e spirituale per la bella e vuota mascolinit

Si mise a suonare. Ti ha battuto! ella interruppe improvvisamente senza nominarla. Giorgi avrebbe voluto negare, ma Bice invece lo baciò per la prima volta sulla ferita, e andò a gettarsi sopra un divano in fondo al salone.

Mio Dio! pregava mentalmente Prinetti vedendo le sue labbra agitarsi nello sforzo di un'ultima parola. Giorgi mormorò: Bianco.... bianco! Poi la visione del primo cielo gli si interruppe. Nel mese di maggio Bice era a Roma con De Nittis e la zia Ginevra.

Naturalmente i suoi discorsi con Bice pigliavano una piega galante. Quelle loro amabilit

La fiammella dello spirito, cilestrina, tremolava nella penombra, mentre i ferri della contessa Maria martellavano sempre collo stesso ritmo affrettato nel silenzio del salotto. Bice entrò. Era solamente un po' più pallida delle altre sere.

Mi avete allevata voi, perchè la solitudine vi faceva paura, e mi avete dato la vostra anima. Io vi amo così. Ma io non posso essere più nulla, Bice mia! Ella trovò un sorriso trionfante: Non sono io più debole di voi? Però De Nittis non era persuaso: quella scena inattesa gli aveva tolto tutto lo spirito; Bice inorgoglì sentendolo così scomposto dinanzi a quella sua affermazione di donna.

De Nittis allungò il passo. Il suo braccio stringeva insensibilmente quello di Bice, imprimendole una leggera ondulazione, che le fece alzare il capo.

Il dottore invece non se ne mostrava molto più lieto, però non ebbe più bisogno di persuadere a Bice di lasciarlo in campagna.

Così freddamente! gridò, reprimendo a stento la collera: adesso comprendo che non mi avete mai amato. Una fiamma si accese negli occhi cilestri di Bice. Egli stava per prorompere, ma una improvvisa umiliazione lo colse di essere invano così giovane e bello per quella gracile creatura, che sino allora aveva creduto di trascinare vittoriosamente dietro al carro della propria vita.

Bice non si interessò che all'arredo della propria camera nuziale, ma sempre colla medesima squisitezza di cuore decise che, dopo il matrimonio, Margherita e Tonina sarebbero le sue cameriere. Esse rappresentavano la casa di lui, tutto quanto possedeva oltre i libri.

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