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Aggiornato: 26 giugno 2025
Veleni? Che faccia feci? Ma il vecchietto si affrettò a soggiungere, battendo in petto la mano aperta: Io anche un poco medico.
E cominciarono a ballare gravemente intorno ad Alice, pestandole i piedi quando le si avvicinavano troppo, e battendo il tempo con le zampe, davanti, mentre la Falsa-Testuggine cantava adagio adagio, e mestamente: Nasel disse, a Lumaca "Cammina un pò più lesta, Chè un Porcellin di mare la coda mi calpesta! Gi
Osservava sorridendo i vasetti, voltandoli e rivoltandoli, passandoseli da una mano all'altra, presentandoli all'ammirazione di Cardello, con dirgli: Eh? Eh? Eh? a cui Cardello rispondeva battendo le mani. Solamente egli sentiva un po' di tristezza, pensando che il Piemontese avrebbe tenuto quel segreto per sè, e che lui non avrebbe mai saputo fare niente di simile.
Da alcuni minuti l'ammalata, col viso intento, battendo le palpebre, pareva cercasse qualche cosa in quella luce rossastra e ristretta, serrata nelle ombre cupe.
Un’altra sera venne, con la guancia destra un po’ illividita: era caduto di soppiatto, cioè aveva sdrucciolato battendo la guancia su ’l terreno.
anima mia, mentre in mortale oggetto scorgi ch'eterno è quel che dentro avampa, allarga il seno al sempiterno zelo: e vi rimembri che sì chiara lampa, sì soave tenor, spirto sì chiaro, sono a voi scala da salire al cielo. Dello stesso Amore ad ora ad or battendo l'ale dal grave incarco leva il mio pensero, e nel conduce per erto sentero a gir in parte, ove uom per sè non sale.
Non posso più aspettare anche per Nora. Voglio sposarla e andarmene! Andar via?... Via da Milano? domandò Evelina, con un tremito negli occhi, nella voce piena di lacrime. Voglio ritornare a Trento, a casa mia! a casa mia! ripetè Laner battendo il pugno forte sulla tavola.
Mentre i due antagonisti si sfidavano collo sguardo, il commissario di polizia entrò nella stanza, e inchinandosi rispettosamente, presentò al conte una lettera. Lo scritto era umido ancora... i caratteri eran quelli della contessa di Karolystria. Livido dallo stupore, il conte leggeva battendo i denti. «Uomo brutale,
Tutti e tre a braccetto, tutti e tre a braccetto, esclamò la ragazza battendo le mani. Nemmen per sogno,[V.3] bimba che sei, riprese la madre. A te il mio parasole, Ferruccio terr
Davvero! esclamò battendo le mani; andremo dunque ancora in campagna, e saremo soli, e correremo nei prati!... che piacere! La interruppi e le ripetei che Eugenio aspettava per salutarla. Ben volentieri, disse con malizia; gli sono riconoscente a quel povero signor Eugenio. Nell'uscire salutò cortese più del solito il mio amico; e ci avviammo per la campagna.
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