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Aggiornato: 7 giugno 2025
Comandante l'artiglieria il colonnello Lodovico Calandrelli; quello della cavalleria il generale Bartolucci; capo dello Stato Maggiore generale il colonnello Pisacane. Generale in capo Pietro Roselli.
Verso mezzogiorno, chi la chiedesse ignoro, ma suppongo i Romani, si concedeva tregua per raccattare i morti, e i feriti, che ingombravano il terreno massime intorno al Bastione ottavo. Il Generale Garibaldi fidando di combattere tuttavia aveva disposto resistere da una terza linea, ed ordinò il modo col quale avesse a procedere la ritirata; l'ala destra contendendo il terreno palmo a palmo doveva lungo il Bastione di Santo Spirito ripiegarsi sopra il Castello Santo Angiolo, e quivi stare col ponte munito di difese avanti a se, egli sosterrebbe le Barricate, e i ponti di Trastevere. Però la battaglia non si rinnovò più. Tutti sanno come il Mazzini convocasse nel palazzo Corsini in Trastevere i maggiorenti militari della Repubblica Romana; pallido era come colui, che, se non sopra agli altri, almeno quanto altri sentiva lo strazio, e l'onta della Patria nostra, ma non fremente secondochè taluno scrisse; quivi propose ormai non restare, che tre partiti, la capitolazione, la difesa per via di barricate, e la sortita dello esercito, e dell'Assemblea per sommovere le provincie, e prolungare la guerra, il generale Bartolucci osservò la difesa a quel modo che la intendeva Mazzini impossibile, e tale la dichiarava per avviso del Garibaldi; si mandò per esso, ed ei venne intriso di sangue, sordido di polvere, in volto avvampato, terrore ai nemici, oggetto di entusiasmo al popolo; richiesto del parere suo, lo disse: potrebbe anco difendersi Roma se tutto il popolo di Trastevere passasse il fiume, e rompendo i ponti: risolvessero tosto; ogni indugio, comecchè brevissimo, funesto. Interrogato quanto, dandogli retta, si sarebbe potuto durare, rispose pochi giorni. Il Mazzini non insisteva su cotesto partito tanto più che immaginava i Francesi non avrebbero mai accettata cotesta battaglia manesca: padroni delle alture, cannoneggiando a bello agio, e senza un pericolo al mondo la citt
E romani erano non solamente i capi nominati finora, ma i due Galletti, Bartolucci, i colonnelli Pinna, Amedei, Berti Pichat, il generale in capo Roselli, i capi dell'intendenza Gaggiotti e Salvati, i principali impiegati nel ministero dell'armi. Quali dunque erano gli stranieri? Garibaldi e la sua legione: 800 uomini. Arcioni e la sua legione degli emigrati: 300 uomini.
Parola Del Giorno
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