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Aggiornato: 6 giugno 2025
Ma più fortunato, nella sua disgrazia, di chi rimaneva, Brunello sarebbe stato assorto in altri spettacoli e distratto da altre vicende: non avrebbe rivisto ogni giorno quei luoghi che parlavano d'un passato raro e maraviglioso, e facilmente avrebbe potuto dimenticare. Nicla restava.
Con tali pensieri m'addormentai verso il mattino; all'ora che il crepuscolo apporta un po' di calma a chi ha passato la notte agitata. Dapprima divagai in sonni confusi, poi mi parve di vedere chiaramente la contessa Savina ad una finestra bassa d'un palazzo in una strada deserta. Io la contemplavo assorto in estasi, quando mi fe' cenno d'avvicinarmi.
Ma, se bene assorto nell'intensit
Sì, certo, rispose il Lascaris, senza difendersi, assorto nel pensiero molesto del ritardo, nel pensiero difficile di giungere tuttavia all'amore, al possesso. La sua, è di quelle malattie che non guariscono, seguitava la donna, dissimulando il brivido ond'era stata presa all'inconsulta affermazione.
La camera nuziale rimase chiusa, e Marco si fece mettere un letto nello studio, una stanzetta piccola dove stava rinchiuso tutte le ore che non erano reclamate dalle sue occupazioni fuori di casa, assorto in lunghe letture.
Quella lettura mi trasportava, mi commoveva, m'irritava volta a volta, m'interessava sempre. Molte volte rilessi un periodo che mi riguardava, e rimasi assorto cogli occhi fissi alle finestre della casa di contro, pensando con un misto di gioia e di rimpianto, quanto ero stato amato.
Io non posso esprimere la confusione, la meraviglia, il dispetto che s'impadronì di noi in quell'istante. Comprendevamo di esserci mostrati deboli verso di lui, verso di noi stessi, di esserci mostrati fors'anche ridicoli. Ciascuno era rimasto assorto in questo pensiero, nè aveva osato riprendere la parola. Il silenzio aumentava la nostra confusione.
In altra occasione avrei riso di cuore nell'intendere quell'esordio stravagante; ma tutto assorto nel gentile spettacolo di bellezza che mi stava dinanzi, mi era scesa nell'anima una tristezza che chiudeva l'adito ad ogni altra emozione. La bellissima donna mi chiese s'io fossi il solo medico del paese; risposi che sì, quantunque mi ripugnasse il confermare una menzogna.
Ma la facevano misteriosa certe bianche tendine, occupanti di dentro tutto il vano e pur di dentro fermate sulle assi d'un telaio. Accostandomi alle finestre, m'avvicinavo pur al vecchietto, e procuravo di non far romore; era così assorto poverino!
Ero tanto assorto cogli occhi sul ritratto, a frugare nella mia memoria per evocare al confronto tutte le fisonomie femminili che avevo prima vedute, che non mi accorsi della presenza di Mansueta, se non quando la sentii esclamare: Oh il ritratto di Rosilde che credevo avere perduto! Dove l'aveva cacciato? Rosilde, la madre di Aminta! Diffatti ella aveva i suoi lineamenti.
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