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Aggiornato: 13 giugno 2025
Se poi la conclusione della pace avvenisse da parte di Uzunhasan, doveva il Barbaro impegnarlo ad includervi la repubblica, procurando di farle restituire la Morea, Metelino, Negroponte, od almeno Negroponte ed Argo.
5 La donna incominciò: Tu intenderai la maggior crudeltade e la più espressa, ch'in Tebe e in Argo o ch'in Micene mai, o in loco più crudel fosse commessa. E se rotando il sole i chiari rai, qui men ch'all'altre region s'appressa, credo ch'a noi malvolentieri arrivi, perché veder sì crudel gente schivi.
Vedeasi, alto diletto a l'altrui ciglio, Argo solcarvi; ed il drappello Acheo Travaglia i remi nel mortal periglio Per entro i golfi de l'ignoto Egeo: Canta su cetra, e di virtù consiglio A ciascun porge incoronato Orfeo; Quinci liete sen van l'antenne ardite; Guardale con stupor l'ampia Anfitrite.
Argo coricato ai piedi del letto di Maria, la contemplava tristamente, di tratto in tratto alzava una zampa sul materasso richiamando la sua attenzione; essa gli faceva una carezza sulla testa, ed egli mandava un gemito.
E lontana rimane ogni difesa! Questi ultimi presagi io non intendo; intendo il resto: tutta Argo lo grida. Ah, scellerata! Questo farai! Lo sposo tuo, il compagno del letto, mentre nel bagno tu lo immergi.... Come dirò la fine? E presto sar
Argo seguiva fedelmente la sua amica, e per starle più presso si fregava agli abiti di Metilde, che pareva poco contenta della compagnia di quel cane. Giunti al vigneto si ridestò l’attenzione di tutti, e approfittando del cortese invito del padrone di casa, ciascuno si mise a beccare i bei grappoli d’uva bianca e purpurea che brillavano al sole. Così fu fatto anche davanti al frutteto, ma la signora Emilia non volle che sua figlia mangiasse altre frutta, pap
Silvio cominciava a prender piacere a quella merendina, a quell’ombra, a quella quiete, quando si udirono dei passi sulle foglie secche del viale, e poi tutto d’un tratto, Argo ansante balzò come una bomba nel nido, e colle sue goffe carezze apportò il disordine, la confusione, e lo scompiglio.
Il Maso, senza volerlo, aveva l'orecchio di contro al sottile tramezzo. «Un prigioniero! a quattr'occhi!» Ragione per lui di aprirne due; e magari ci avesse avuto i cento del mitologico guardiano di Danae, che tanto li avrebbe messi tutti in opera, anco senza sapere il cattivo servizio che rese ad Argo il non averne adoperati che cinquanta nella sua famosa nottata.
Quando credeva di non essere veduta, accarezzando Argo con tenera sollecitudine, una lagrimetta le spuntava sul ciglio, e le scorreva sulle guancie; ma appena udiva rumore si ricomponeva, e continuava a mostrarsi tutta intenta alle solite occupazioni di casa.
Dunque Oreste, sgozzata la madre in Argo, è corso a rifugiarsi, inseguito dalle Furie, ai piedi dell'altare d'Apollo; ed ha le mani ancora intrise di sangue.
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