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¹ Libro 7. Alla dimane l'Amira, chiamato il suo segretario, gli consegnava una carta molto bene piegata, odorosa di muschio, suggellata di seta verde, e di cera, ordinando la portasse al Conte Giordano d'Angalone. Il segretario avendo fatto lo ufficio, il Conte ruppe il sigillo, e lesse: «Al lodato nella fede di Sidi Issa, e dei precetti della sua fede imitatore Giordano d'Angalone, Conte, della quarta compagnia dei cavalieri tedeschi capitano. In San Germano, questo ultimo della luna di Gemmadi, anno dell'Egira 643. Ecco, tu mi hai coperto di polvere al cospetto dei nostri amici, mi hai reso impotente a combattere contro i nostri stessi nemici: si legge in alcuna fede, ovvero comandamento del tuo Dio, percuotere l'amico che non ti offende, o che tu primo hai offeso? Si conviene al tuo valore, avendo fama di buon Cavaliere, che tu facci così ai leali servitori del tuo Re? Or sappia Tua Signoria, se sei valente uomo, ch'io ti sfido a uscire dimani dopo nona sul luogo dove mi hai percosso, affinchè noi combattiamo insieme; vieni solo se vuoi, o con tuo seguito, chè ciò poco importa, e ti proverò con spada e con lancia, che non operi quello si addice a valoroso Barone. Se io, come spero, ti ammazzerò, la mia spada riprender

Che cosa avvenne? domandò Lalla, non potendo trattenersi dal sorridere. Il mostro ha schiacciato, sotto i miei occhi, la testa di quelle povere bestiole!... Ma io ti ammazzerò, brigante! e la sensibile miss ricominciò le ombrellate.

Voglio farmi sentire; voglio vendicarmi, voglio farmi sentire da tutti, e poi... e poi quell'altro lo ammazzerò! Il Medio Evo è finito! Un cane di nobile non vale adesso più d'un altro cristiano! Piet

Il suo viso si contrasse paurosamente, il pensiero ch'io potessi distruggere l'edifizio con tante pene innalzato, la mise alla disperazione. Mi guardò cupamente e disse: Ebbene io mi ammazzerò e finirò ogni cosa... E alzatasi repentinamente con una vivacit

E se gli abissini, quando andrai in Africa, ammazzeranno te? replicai per provocarlo. Fece una spallucciata sdegnosa, aggrottando le sopracciglia, stringendo le labbra, e arditamente rispose: Prima ne ammazzerò almeno un centinaio! Non sarò solo; comanderò tanti soldati, su un bel cavallo come quello del re.

Il Conte, senza punto turbarsi, pose chetamente la mano sotto al capezzale; e, trattane fuori una pistola, la spiana improvviso contro il cameriere, che tramutò in volto per terrore, e con voce soave gli disse: Marzio, se un'altra volta invece di obbedire attenterai contradirmi, io ti ammazzerò come un cane: -va'. Marzio andò più che di passo ad eseguire il comando.

Gli darò una di quelle lezioni da far epoca, e così insegnerò a lui e a tutti di non rompermi le tasche!... Del vigliacco a me!... Animale!... Non ha osato di toccarmi, però; che se mi avesse toccato, per Dio che si sarebbe preso una seggiola sui corni! Lo ammazzerò, voglio ammazzarlo come un cane!