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Aggiornato: 29 ottobre 2025
L'amicizia dell'Assereto e del Giuliani aveva procacciato a Lorenzo e ad Aloise, involti ambedue nelle trame dei neri, l'alleanza dei Templarii. Tutti quei rossi, d'ogni levatura e d'ogni ceto, avevano fatto causa comune; ma il carico delle operazioni molteplici, l'ardua malleveria del combattimento, strategìa, tattica, logistica, stato maggiore, armi dotte, tutto perfino l'intendenza militare, era sulle spalle d'un solo. Il marchese di Montalto, dopo aver detto agli amici quello che aveva risaputo a caso dai Torre Vivaldi intorno alla nuova ospite del monastero di San Silvestro, era stato tratto dai suoi fati sulle orme della marchesa Ginevra; l'aveva seguita da Genova a Parigi, da Parigi a Vienna, a Monaco, in Isvizzera, stazioni tutte d'un viaggio che lo conduceva speditamente in rovina. Questo è come dire ai lettori che l'innamorato Aloise non era un aiuto pe' suoi alleati, e, gi
Ora torniamo ad Aloise. Le ricchezze del giovine marchese di Montalto erano più che modeste, e forse in questo senso il dottor Collini intendeva la frase detta a Lorenzo: «un tale che non ha il becco di un quattrino». Il fitto di alcune case poste in citt
Il povero Aloise era per l'appunto in uno de' suoi più brutti quarti d'ora. Qualche nuvola era apparsa a contristare la serenit
Aloise avrebbe voluto ringraziare il marchese Antoniotto della sue cortese profferta, e rispondergli destramente come non gli andasse punto a' versi essere presentato alla marchesa Torralba. Ma non era più tempo. Il marchese Antoniotto, senza aspettare la sua risposta, lo aveva gi
Lasciata la marchesa Ginevra nel salotto, dove le si era rifatto intorno un crocchio di cortigiani, Aloise si allontanò, per ritornare nella galleria che aveva gi
Aloise, così messo al punto, accennò all'amico che proseguisse liberamente per tutti e due. Stando adunque sui generali, disse il Cig
Poco stante, siccome aveva promesso, tornò il duca di Feira. Egli aveva lasciata la busta delle pistole, e, in cambio di quella, teneva tra le mani un libro, che andò a deporre sulla scrivania, sotto gli occhi di Aloise. Era un grosso volume, legato in cartapecora.
Per tal modo Aloise era più affondato che mai, senza speranza di cavarsene. E intanto la marchesa Ginevra, che aveva ballato il valzer col Cig
In quel tumulto di pensieri, Aloise era rimasto l
Quel medesimo giorno, salutato l'Assereto, che era sopraggiunto in quel mezzo e aveva rincalzato de' suoi consigli le profferte di Aloise, il nostro Lorenzo si avviò per le colline fino alla Montalda, chiedendo a sè stesso che cosa potesse aver reso così triste quel giovine, il quale era parso tanto felice, dedito com'era a tutti i fastosi passatempi de' suoi pari, e non d'altro curante che delle sue cavalcate, de' suoi patrizii ritrovi e delle sue superbe fatiche d'automedonte.
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