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Aggiornato: 5 giugno 2025


Le auguste potenze alleate hanno fatto la guerra alla Francia, e non ai popoli, ed hanno altamente proclamato colla pace del mondo l'indipendenza delle nazioni; in tutti i paesi occupati dalle loro armi vittoriose, hanno provvisoriamente conservate tutte le leggi fondamentali e le autorit

Intanto fu proclamata la convocazione de' Collegi elettorali, esclusi però tutti i membri di que' dipartimenti che erano occupati dalle armate alleate (quantunque un rispettabile numero di essi si trovasse in Milano), o dimenticati i dotti e i commercianti degli altri dipartimenti. La prima operazione dei Collegi fu quella di confermare il governo provvisorio, e di estenderne l'autorit

Considerando che le AA. PP. alleate hanno proclamata la pace del mondo, e che quindi si avvicina la fortunata epoca in cui i popoli dell'Europa, dopo tante dolorose vicende potranno godere dell'insigne beneficio di liberali costituzioni;

Era presidente il conte Veneri, modenese, ex-ministro del tesoro del Regno. Aperta la seduta, fu letto un messaggio del signor Duca di Lodi, guardasigilli del Regno, col quale annunziava al Senato che le vicende politiche e le circostanze esigevano la piú seria attenzione, ed essere necessario: di spedire una Deputazione alle Alte Potenze alleate contro la Francia, onde interessarle a sospendere le ostilit

La seduta del 23 aprile ebbe principio con la nomina del consigliere di Stato Lodovico Giovio a presidente d'essi collegi, dopo del che il presidente novello esortò i collegi a meglio esprimere le loro domande alle potenze alleate, chiedendo loro, esempigrazia, instituzioni liberali e un capo independente, il quale, ignoto a tutti ancora per alcuni istanti, potesse tuttavia fin d'ora accogliere nel suo cuore i nostri voti e ricevere le nostre benedizioni.

Qual partito abbraccierebbe il vicerè? Con qual occhio riguarderebbero le potenze alleate gli eventi del 20 d'aprile?

Soltanto, allora speravamo ottenerle alleate colla monarchia; oggi, esaurita quella speranza, diciamo che cercheremo d'averle soli, por vie nostre, malgrado il Governo, e disposti a combatterlo, ov'esso si ostini in attraversarci la via.

Il libro è piccolo di mole, ma grande per le memorie che suscita, per le simpatie che inspira, pei ricordi che evoca. Alla narrazione appassionata di Ernesto Pozzi, l'arte ha voluto aggiungere, colla patriottica matita di Sebastiano De Albertis, l'Orazio Vernet della nuova Italia, una nota calda e generosa. La penna, il pennello e la spada si sono stretti in un abbraccio ineffabile. Il volontario di Milazzo, di Mentana e di Digione ha scritto. Il soldato delle Cinque Giornate, della campagna 1848, di Varese, S. Fermo, 1859, e di Bezzecca nel 1866, ha disegnato. Due generazioni si sono alleate per questo volumetto, che a noi, sul tramonto, rammenta un'ora entusiastica della giovinezza perduta, e che ai venturi, pei quali la storia d'Italia sar

Alcune false voci, che il Senato, nella seduta straordinaria dal giorno 17 aprile, avesse proclamato al trono d'Italia il principe Eugenio, in allora Vicerè, ed a tal oggetto spedita una deputazione alle auguste potenze alleate, avevano sparso qualche allarme in Milano; quanto fosse ciò falso lo dimostrano gli atti di quel giorno che si rassegnano.

Sia questa, mercé la protezione delle Alte Potenze alleate, dalle sue rovine ricomperata, e possa sotto un virtuoso indipendente Governo gloriosamente operare.

Parola Del Giorno

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