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Aggiornato: 5 maggio 2025
Egli era tutto orgoglioso del suo incarico, e quando incontrava Gigi che andava ancora a scuola colla cartella sotto il braccio, si dava delle arie e gli diceva: Buon divertimento alla scuola; io vado all'officina.
Quando Pinella ritornò all'officina e trovò occupato il suo posto, sentì come un colpo al cuore, e soffocato dall'ira, avrebbe voluto salire sulla macchina e strappare di l
Dall'82 all'84 attesi alla costruzione dell'officina in via S. Radegonda, come direttore dei lavori, e alla posa in opera delle fondazioni delle macchine e delle caldaie. Finita la costruzione del fabbricato, fui uno degli ingegneri addetti all'officina elettrica, sotto gli ordini del direttore sig. J. William Lieb, e fui incaricato in modo speciale delle caldaie e delle macchine a vapore, e accessorii. Nel 1887 fui incaricato degli impianti elettrici nella citt
Vorrei sapere di che cosa vi lagnate. Non volete multe? Fate in modo di non meritarle, state attenti al vostro lavoro, precisi all'ora di entrare all'officina, e persuadetevi che quando si è in una popolazione tanto numerosa come la vostra, certe leggi ci vogliono per mantenere la disciplina. Volete diminuite le ore di lavoro? Per quali ragioni?
Quando Pinella ebbe terminato le scuole elementari, Rosa senza dir nulla a Filomena lo fece entrare nella tipografia dove lavorava il padre di Gigi, perchè imparasse il mestiere. Era una tipografia che lavorava molto. Pinella fu destinato all'officina delle macchine, e gli diedero l'incarico di star dietro la macchina tipografica a ritirare i fogli che uscivano stampati.
Raccontarono d'aver parlato agli operai, e che tutti erano disposti a ritornare l'indomani all'officina. Quando i ragazzi furono seduti intorno alla tavola, e che la conversazione incominciava a languire, essi pregarono Maria di leggere il racconto promesso, e stettero tutti attenti ad ascoltarla.
Egli che tante e tante volte aveva scritto dalla Sicilia: spedirò in Italia, o è andato in Italia, intendendo parlare del continente italiano, in quella prima lettera dice, scherzando: "Vi voglio togliere da un errore. Voi credete che io sia in Italia: v'ingannate. Partii da Palermo e tutti mi diedero il buon viaggio per l'Italia; e sta bene. A Napoli accostai con Riso, Brancaccio, Cammerata etc. all'officina dei Pachetti, e ci chiesero ove volevamo andare. Risposi: a Genova. Pagai il mio biglietto in oro.... e ci augurarono il buon viaggio per l'Italia; e non ist
Andando all'officina, dove per la fine dell'anno si dovevano fare delle riforme e degli ingrandimenti, Marco si prese un'infreddatura, che lo obbligò a stare qualche giorno a letto. La signora Bellazio fece subito chiamare il medico, e quando questi entrò in camera, Marco disse: Ci siamo, dottore; ora comincia la tosse.
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