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Aggiornato: 15 giugno 2025
Brissac si affaccia alla tribuna reale, alza il suo bastone di comando e grida: «Guardie del re, ritiratevi; il re questa sera non viene.» Indovinate il resto; le guardie se ne vanno, i torchietti si spengono, le dame spulezzano. Partite loro, il Brissac fa ritornare le guardie al posto. Sopraggiunge il re, si guarda intorno, e non tace la sua meraviglia, non vedendo nessuna delle dame di corte.
Ma intanto questa bella e magnifica natura non può rimanere lungamente desolata; ed ecco non per anche il sole è scomparso da una parte dello emisfero, che dall'altra si affaccia la luna.
A poco a poco la luce si fa più viva, penetra più addentro nelle boscaglie, nei cespi, nei pruneti, poi il sole si affaccia con quattro raggi alle giogaie lontane, e finalmente si leva maestoso, fruga in ogni cantuccio più riposto, costringe ogni più tetra creatura a rimandargli con un riflesso il suo sorriso amoroso.
Io so, io so quel che pensi e non mi dirai.... Come sarebbe bello starcene tutti e due sul tuo balcone, al quale ci si affaccia in abbandono, a respirare amore, dolcezza imprecisa, fino al momento in cui la penombra intima della camera ci chiama nei cantucci verso una delizia più precisa, verso un maggior piacere acuto e intenso!... Come sarebbe bello starcene l'uno accanto all'altro, affacciati nel fresco immenso silenzio, e con aperta la bocca ai granelli sparsi o volanti dei rumori minuti, delle voci lontane, sempre più tenui, e bevute dai vapori dell'orizzonte!
Ma bisogna dirle al conte queste belle cose, a lui che ciò che vuole, vuole. Guai se gli manco, mi strozzerebbe colle sue mani, ne son certo. «E non si sente nulla ancora, corpo di tutti i demonii. E guardava un'altra volta l'orologio. Dodici e un quarto.» Sbuffando di collera si affaccia allo sportello.
Non di manco apre la porta della sua camera, e strisciando lungo buio corridoio, al cui fondo si apriva una finestra che dava sul cortile del castello, a quella si affaccia. Allora non dubita più di nulla.
Questi erano i suoi sogni, i sogni che non gli davano riposo, che accendevano in una fiamma tormentosa ed implacabile il suo spirito: erano i sogni che conturbano ogni anima sensibile che si affaccia alla vita. Chi non ha delirato come lui? Chi non ha spasimato come uomo in croce, nell'inappagato desiderio di gloria? Ora tutto è mutato.
Pietro Laner indietreggia ancora livido, allibito, fradicio.... sale la gradinata.... nuovi improperi, urli, fischi, sassate.... Non ode più nulla, gli si annebbiano gli occhi.... barcollando entra in casa, si trova dinanzi allo spettro del duca e fugge.... fugge ancor più spaventato, come impazzito. Il duca di Casalbara solo, senza cappello in testa, si affaccia sull'alto del terrazzo. Il duca!
Certo l'eco della risata ha passato il muricciuolo ed è entrato in giardino, perchè lassù, sulla montagnuola, di mezzo alle foglie della vite ed ai grappoli immaturi, si affaccia una figurina gentile, e poi un'altra. Due esclamazioni di gioia, ed un replicato batter di palme e due voci amorose che gridano: «Donato! «Lo zio!
Da qualche giorno, passeggiando per Fez, mi si affaccia alla mente con una persistenza ostinata l'immagine d'una grande citt
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