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Aggiornato: 19 giugno 2025
Chiudete anche l'uscio... E quando sentì che tutto era sbarrato come una prigione, stese la mano all'astuccio dei zolfanelli, che stavano sul tavolino, e strofinando un cerino se lo tenne acceso davanti agli occhi come una candela, finchè non sentì la fiamma attaccargli la punta delle dita.
che' per lo mezzo del cammino acceso venne gente col viso incontro a questa, la qual mi fece a rimirar sospeso. Li` veggio d'ogne parte farsi presta ciascun'ombra e basciarsi una con una sanza restar, contente a brieve festa; cosi` per entro loro schiera bruna s'ammusa l'una con l'altra formica, forse a spiar lor via e lor fortuna.
Qualcuno era andato a chiamare i carabinieri. Com'è stato? voleva sapere il brigadiere. Che ne so? L'ha ammazzata lui.... È scappato! Perchè l'ha ammazzata? Che ne so? Io dormiva! Ho sentito un urlo... Eravamo al buio... Poi lui ha acceso un lume si è vestito... tutto insanguinato, mani e camicia... Ah mamma mia! Signori miei, sgombriamo!....
43 Come l'infermo acceso di gran sete, s'in quella ingorda voglia s'addormenta, nell'interrotta e turbida quiete, d'ogn'acqua che mai vide si ramenta; così a costei di far sue voglie liete l'imagine del sonno rappresenta. Si desta; e nel destar mette la mano, e ritrova pur sempre il sogno vano.
Un giorno ella capitò all'Aiga col volto acceso e gli occhi rossi. Maurizio non l'aspettava ancora, ed era lassù al dolce nido per la sua prudente consuetudine di andar sempre al ritrovo due o tre ore prima del tempo. E dell'ora insolita e della strana animazione del volto di lei, Maurizio si maravigliò grandemente. Ti dispiaccio forse? diss'ella.
Quando poi la licenza si traduceva in fatti scandalosi, il medesimo Villabianca, acceso di sdegno contro coloro che ne erano gli attori, usciva in una invettiva che è forse la più sanguinosa ch’egli abbia lanciata contro la moda del libertinaggio, contro le famiglie che ne inalberavano la bandiera, contro la societ
Il sangue acceso del dottore gli mandò sul volto una vampata. Erano soli; dalla porta rimasta socchiusa penetrava un raggio di sole, i canarini si erano acquetati nel vano della finestra, le cui cortine di garza azzurra lasciavano passare una fantastica luce. Era venuta l'ora. Non l'esordio mancava oramai, ma l'occasione d'avventare una metafora.
DULONE. Stimo che il furore e l'ira, di che eravate acceso contro di lui, v'abbino mostrato una cosa per un'altra. ERASTO. A me parve cosí vedere. DULONE. La rabbia e lo sdegno imbriaca come il vino. ERASTO. Potrebbe esser quel che tu dici. Andiamo a incontrarlo, ché vo' ucciderlo in ogni modo.
Rimase un istante lì, pensieroso, cupo, tormentando l'impugnatura della scimitarra, poi si cacciò in mezzo alle tende e ai fasci dei moschetti, traendosi dietro il suo animale. Dopo dieci minuti s'arrestava dinanzi alla sua tenda, sulla cui entrata russava un nubiano colossale del più bel nero. Lo svegliò, gli affidò il mahari e si gettò sulla coperta, dopo aver acceso un sigaretto.
Di più nell’osteria c’era una camera dove non era mai entrata anima viva e dove tutte le sante notti dell’anno il lume durava acceso fino alla mattina. Gli anziani del paese raccontavano che anche quand’era giovane e bella da dipingere, Mademoiselle aveva l’occhio vitreo e l’orecchio sempre teso ad ascoltare le voci.
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