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Del resto Agilulfo ebbe a reprimere parecchie ribellioni di duchi, talor alleati co' greci; guerreggiò con questi, impose loro tributo, e soffrí una correria degli ávari nel Friuli. Morí nel 615, ed ebbe a successore Adaloaldo figliuolo suo e di Teodelinda, giá associato da fanciullo al regno.

Autari allontanò i franchi scesi tre volte, trattando prima, poi sconfiggendoli; co' greci fece tregue e guerre, e corsa l'Italia fino a Reggio di Calabria, spinse il cavallo in mare gridando: Fin qui il regno. Poi, volendo aver a moglie Teodelinda la bella e saggia figliuola del duca di Baviera, andò colá travestito da ambasciador di se stesso a dimandarla e vederla.

Del resto, continuano non poche storie e novelle cavalleresche, che sarebbero utili a pittori e poeti, ma che non abbiamo spazio qui di servir ad essi come pur vorremmo. Adaloaldo fanciullo regnò prima sotto la tutela di sua madre Teodelinda; ma fatto adulto impazzí, ammaliato, dissero, da un ambasciador greco, e fu poi cacciato del regno, e spento di veleno.

Ed a ciò poi Teodelinda strinse pratiche col papa. Il quale era san Gregorio I, detto «il magno», quantunque due altri poi ne sieno stati non guari minori per noi italiani.

Fu l'ultimo che regnasse per parentela e in memoria di Teodelinda . E salito cosí al trono Ansprando e vivutovi tre mesi soli, lasciò il regno a Liutprando figliuol suo. Liutprando. Ma, molto piú che i fatti propri, son notevoli i tempi di Liutprando.

Fu, in tutto, secondo de' grandi papi politici. Agilulfo e Teodelinda poi furono fondatori di chiese e monasteri; fra cui principale San Giovanni di Monza, dove mostrasi tuttavia, fra parecchie corone di essi, quella «di ferro», che dicesi d'uno dei chiodi della Passione di Nostro Signore; ed è quella su cui, cingendola, pronunziò Napoleone quelle vane parole: Guai a chi la tocca.

Morí nel 652. Succedettergli prima il figliuolo di lui Rodoaldo; ma per pochi mesi, ignobilmente morto per aver rapito una donna. E poi Ariperto figlio d'un fratello di Teodelinda, dalla cui famiglia, dalla cui memoria i longobardi non si sapevano staccare.

Misero ritratto di tre secoli di letteratura! ma che si potrebbe argomentare dalla storia politica; allor veramente i barbari distrussero le poche lettere antiche, le molte cristiane che rimanevano. Delle arti, l'architettura trova sempre qualche modo di fiorire sotto a principi potenti quantunque barbari; e cosí fiori sotto Teoderico, e poi sotto Teodelinda ed Agilulfo.

Tuttociò sembra accennare in quel re un ozio, un insolito tollerar i greci, non sofferto dai longobardi . Succedette Arioaldo, duca di Torino e marito di Gundeberga, figlia essa pure degli amati Agilulfo e Teodelinda; ed essa, caduta in sospetto al marito, fu chiusa in una torre, giustificata poi e liberata per un combattimento singolare. Arioaldo morí nel 636.

Ariani Agilulfo e i longobardi, cattolica Teodelinda, ella a poco a poco convertí lo sposo e gran parte della nazione; e fu un nuovo e massimo addolcimento della conquista; avendo noi veduto al tempo de' goti, ed essendo sempre pessima di quante differenze separan conquistatori e conquistati, peggiore che non quella stessa delle lingue, la differenza delle religioni.