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Sergio si diede, per parecchi giorni, al lavoro il più ostinato. Egli voleva avanzar la bisogna dei suoi Sixièmes ètages de Paris, cui aveva in cantiere, e la spinse di fatto ben oltre. Imperciocchè era di gi

Sul boulevard, incontrò un romanziere dei suoi amici, il quale, il naso al vento, era a caccia di tipi e di scene. Ebbene, caro, gli disse Prospero Dalleux i tuoi Sixièmes Etages de Paris finiranno per darti un château. Essi sono deliziosi. Piaggiatore! rispose Sergio sorridendo. Li si leggono: ecco tutto.

Sergio prese il manoscritto, cui aveva dettato a Regina; ne tolse la lettera che questa aveva scritto a nome della Regina del romanzo, e cacciò il resto sotto i carboni ardenti. Ratto, la fiamma vi sorse e l'ultima scena dei Sixièmes étages de Paris disparve. Sergio assistè perfino alla trasformazione, alla scomparsa delle ceneri nere della carta, cui respinse sotto la brace.

Sergio si sollevò sul suo cubito, passò la mano sulla sua fronte, e concentrossi, per raccogliere le sue idee. Infine, cominciò a dettare. Regina coprì di scrittura pagina su pagina. Era la fine del romanzo: Les sixièmes étages de Paris. Regina, l'eroina del romanzo a cui Sergio aveva impartito il nome tanto amato di sua moglie, era per suicidarsi. Sergio dettava: «Il veggio era acceso.