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Ma dopo fu sempre così nei romanzi di Paolo Spada: le sue protagoniste belle, buone, cattive, umane, simpatiche durante tutto il romanzo, alla fine diventavano triviali e ridicole. Colei che si suicidava, non sapeva suicidarsi abbastanza bene per morirne; quella che era distrutta da una tisi al terzo grado, trovava una medicina miracolosa che la salvava, e sposava il medico; quella che era presa dalla meningite, faceva una cura violenta di chinino e si guariva; quella che per un amor tradito era ridotta all'ultima disperazione ed al desiderio della morte, si consolava senza una ragiono al mondo, borghesemente. Qualcuna poi, come nelle prime novelle, scompariva improvvisamente e non se ne aveva più notizia. Così un intiero e spasimante dramma psicologico si risolveva in un matrimonio ed in una scampagnata. Così tutta l'opera d'arte era guastata, rovinata da quella fine illogica, assurda, borghese. Così quel tratto finale in cui tutta la valentìa dell'artista era perduta, perdeva il libro. Fu detto di lui che era debole, che il suo ingegno aveva dei lucidi intervalli, con alternative di tenebra. Fu detto di lui che sapeva cominciare i suoi libri, ma non finirli. La leggenda rimase. E la reputazione di romanziere di Paolo Spada si smarrì fra le infinite mediocrit

Certo Gaetano Starace non era un eroe e non ne morì; neppure tentò suicidarsi; invece si consumò lentamente, recitando ogni sera, facendo prove ogni mattina, divertendo il popolo, scrivendo parodie, vivendo in quel teatro stretto, lurido, nero, con i comici volgari e le donne strillone, buono con tutti, ma sempre un po' distratto.

Al quart'atto, il primo attore giovane usciva dalla scena, annunciando che andava a suicidarsi nella camera vicina. Il servo fedele gli correva appresso, per deviare il colpo e poi tornava in scena a rassicurare la madre con queste parole: Calmatevi: è salvo! Così, infatti, procede l'azione. Il primo attor giovine rientra fra le quinte, con gesti disperati.

Deposto, condannato alle forche! Gli avessero lasciato almeno l'Egitto! Suicidati! Deve suicidarsi. Le forche. Mai! Ma non sa decidersi. Scavatemi la fossa. Mentre la scavano gira desolato per la villa, per i giardini. Il sudore dell'angoscia gl'imperla la fronte; il cuore gli si stringe come in una morsa; gli si fa scuro avanti agli occhi; si sente tanto infelice.

La donna di mondo marcata dello stigmata dello spionaggio, avendo in tasca una patente di agente provocatore! Quello sgorbio terrificante, ch'ella si sentiva impresso sul sembiante, stillare come catrame dal suo viso, la fece quasi sdilinquire. Ella videsi riconosciuta, smascherata, poi cacciata via dai lacchè, indicata a dito... Ella vide suo marito suicidarsi di vergogna.

«In una parola, madre, voglio morire nelle braccia di Adriano, con lui, sfogliando petalo a petalo l'estasi della colpa se amare n'è una agli occhi di Dio...» Ora, a quell'armellino non venne neppure nel pensiero di suicidarsi col véggio al carbone delia crestaina, con la pistola del violento, con il tossico della disperazione, col pugnale della premeditazione fredda ed eroica.

No, disse Nino, non l'ho saputo. E inchiodò gli occhi in faccia a Della Rocca, lungamente, fissamente, finchè questi si alzò, turbato, e disse che doveva partire. Quando fu uscito, Nancy disse a Nino: Chi è la Villari? E perchè ha voluto suicidarsi? Villari... Villari! Mi pareva il nome d'una attrice morta cento anni fa. Nino le prese la mano. Tu non sai niente, Nancy, disse.

A proposito, Nino, e Aldo fece scorrere sul pianoforte l'agile destra in una rapida scala di quarte, lasciandole ricadere in limpidi arpeggi minori, come cascatelle d'acqua, sai che la Villari ha tentato di suicidarsi il mese scorso? Mi pare appunto che tu eri partito da poco... Dicono che s'è chiusa in camera con un braciere di carbone, proprio come una sartina innamorata! L'hai saputo?

E si vorrebbe darci a credere che si vorrebbe sostituire, per suicidarsi, un vaso di fiori al carbone tradizionale? Esattamente... E voi potete domandarlo alla duchessa. La connessione di queste due parole, suicidio e duchessa, fece abbrividire il duca. Quantunque pallido di gi

Ad onta della sua risoluzione di morire, Ida non morì, e dopo d'aver lottato quanto essa umanamente poteva, ed aver tentato di suicidarsi quando la difesa divenne impossibile essa finalmente cadeva esausta tra le braccia della venduta Susanna, e quasi allo stesso tempo era stretta dagli osceni abbracciamenti del Gesuita.