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Egli avrebbe torto se ciò facesse, risponde Rodolfo mestamente. Ad ogni modo, noi siamo a tutto rassegnati, e cada su chi lo provoca lo spargimento del sangue civile. Onorateci intanto, sir di Buglione, accettare ospitalit

Non ve ne costerò che sei mila... susurrò Regina, carezzante. Mille grazie. Io mi riformo. Metto poste alla cassa di risparmio, per la vecchiaia come le cuciniere. Chi sa che può avvenire? Prendi dunque il bruno del passato, e rassegnati. Io mi tedio a perirne. La gloria non ti basta, dunque, eh! La gloria è del sesso femminile, dottore. E poi, dessa è a mio marito.

V'erano i letterati dal progresso omiopatico, contenti di produrre di tempo in tempo, mozzato dalla censura, un articolo di gazzetta, sviati da qualche scritto di settarî francesi, socialisti pazienti, proudhonisti sommessi, tronfi di vedersi a stampa, e rassegnati alla parte più misera ch'io mi sappia, quella di pedanti sotto il bastone: pochissimi e ignoti al popolo.

In linea di diritto e di organica militare adunque l'evoluzione aveva compiuto indubbiamente un grande passo. L'elemento campagnuolo delle cerne rassicurava oltre a ciò i più retrivi e timorosi del governo della Serenissima, coloro cioè che a tutto si sarebbero rassegnati pur di non toccare di un punto il vetusto e tradizionale edificio degli ordini repubblicani.

E più d'una volta l'intonazione di quelle lettere gli era parsa amara, più d'una volta egli vi aveva trovato un'allusione alla sciagurata politica che lo teneva lontano; non lo si richiamava però, si era rassegnati a vederlo rimanere a Roma sino al termine della battaglia parlamentare... Che cosa era accaduto nella giornata di ieri, da un momento all'altro?

Abitava in quella dimora un suo antico commilitone, un valoroso colonnello degli eserciti napoleonici, un fiero soldato, un ardente patriotta, che non aveva mai potuto comprendere come gl’Italiani si fossero rassegnati a subire l’umiliazione d’un governo straniero.

Sicuramente! aveva risposto il Prefetto, il poter conquistare il Tolomei farebbe buona impressione al Governo. Il viso tondo, scialbo, dalle fedine rossicce, dell'alto funzionario rimaneva sempre impassibile, impenetrabile. Soltanto quando profferiva quella parola Governo, nell'occhio cerulo, improvvisamente immalinconito, errava, spirava l'amarezza triste dei rassegnati.

E la donna: Non eravamo rassegnati a morire qui? E Oberto, Adalberto? ridomanda Ugo potentemente. E l'uomo: Sapranno resistere! Oh se sapranno!... e dopo una tremenda pausa: Se pure un traditore non schiude al saracino i passi delle valli, girando dietro l'alpi e abbattendo ad una ad una le castella vassalle a quei valorosi! Ah! geme Ugo con suono ineffabile.

Il piroscafo si sposta: lentamente lentamente scorre lungo la banchina. La folla muta lo segue passo passo facendo dei segni d'addio. Qualche fazzoletto sale agli occhi, ma per poco; non c'è tempo di piangere, si vuol vedere, vedere fino all'ultimo, vedere fino che è possibile: i momenti sono preziosi. Gli occhi non si distolgono un istante dalla nave; occhi rassegnati e dolenti, nei quali con l'espressione della sofferenza vi è tanta dolcezza d'implorazione. Chi soffre rassegnato ha lo sguardo del vinto che domanda piet

E l'uomo: Fuggite, o cristiano, se avete lena! Fuggite! Non cercate di nessuno! Noi abbiamo fallato il cammino.... e ci siamo rassegnati a morire qui! Come? Che vi accadde? ridomanda Ugo, gi