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Affeddedieci il solo magnanimo nel suo campo! Se stava a noi, vi avremmo a suon di baionetta cacciati in seno al gran padre Oce
Oh!... Tomba sconfinata!... Oh! Eterno Nulla! Tremendo Iddio che le esistenze ingoi! Oh! Infinito cammin!... Campagna brulla Dai nebbïosi orizzonti!... Ocë
Lacero e stanco il vincitor si asside Su le fresche erbe, appo la sponda. A rivi Giù per lo collo gli discorre ai fianchi Misto al sangue il sudor; corto e sonante Dal suo petto affannoso esce il respiro; Un cozzar di confuse opre e di cose Gli turbina sugli occhi e il cor gl'ingombra; Finchè a balzi, a sussulti, e tutto cinto Di bizzarre faville e ceffi strani Sopra gli piomba, e al suol l'avvince il sonno. Come nei procellosi artici mari, Quando aquilon più li flagella, a stormo L'irte dïomedèe saltan su' flutti; Gavazzano fra' nembi, e al mugghio orrendo Del travolto oce
Parte di gemme la distinse, parte D'oro e di seta, inimitabil mano, Ammirabile sì, ch'ivi con l'arte Giostrar vedeasi ogni ricchezza in vano; Di bianche perle intra zaffiri sparto Ondeggia un tranquillissimo oce
Su' tristi giorni suoi Carlo fremea: Data non gli era onnipossente mano, E pur argin gagliardo imporre ardea A quel di vizi orribile oce
Ahi!... La Scienza, con un gemito, Dietro a lor perde il coraggio, Nè sa ancor qual sia la gomena Da gettar pel salvataggio! Incessante l'uragano Scuote il rabido oce
Parola Del Giorno
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