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Comunque sia, in favore del Piccolo San Bernardo, oltre le solite corrispondenze, che è facile rintracciare dovunque, sta il fatto dell’agevole strada e la affermazione di L. Celio, il quale, a soli cinque anni dalla discesa di Annibale, scrive che questi passò per Cremonis jugum nel quale Cremonis jugum si ravvisa il Monte Crammont, ultimo della catena di Miravidi, all’ombra del quale chi scende in Italia dal Piccolo San Bernardo, deve per forza passare.

Il nome di Miravidi fu segnato, credo, su qualche carta e meriterebbe di essere su tutte. Quella costiera vide infatti e vede tuttavia mirabili cose, non mai viste altrove.

Il Monte Bianco, la cui testa, il Penn gaelico, soverchia la costiera di Miravidi e sta spiando oltre nella valle, avrebbe dunque veduto passare le schiere Puniche, i cavalieri Numidi e le nuove moli degli elefanti. E, ad Annibale, se vi passò, e a Cesare, il quale vi passò di certo, apparve da quelle cime la stessissima vista che noi vediamo, non mutata affatto di forme, di colori, di misure, di minutissimi particolari. Locchè con altrettanta esattezza non si può dire di altri luoghi, fuorchè del mare al largo donde non si scoprono terre, o ne appare solamente il profilo. Le costiere o presero o perdettero spazio, si aprirono porti o si chiusero, s’internarono alcune citt

Dalla parte di mezzodì si affaccia alla costiera di Miravidi, la verdissima valle del Piccolo San Bernardo; la più corta, la più varia, fra quante sono tributarie della Dora Baltea, dominata dalle ghiacciaie del Ruitor le cui acque formano in alto il lago di Santa Margherita e scendono poscia nella fertile conca della Thuille per via di stupende cascate fra i boschi.