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O tu che vivi sola, sul confine della foresta ove sei nata, e siedi d’un cedro all’ombra centenaria, i piedi ignudi e sciolto sulle spalle il crine: tu che hai negli occhi la corrente azzurra del fiume che laggiù splende fra gli elci, e, nascosta fra l’alte umide felci, sogni, ascoltando il bosco che susurra: dammi per questa sete che m’uccide un sorso:

Tornò, guardinga, l’occhio a spia, fondendo il corpo all’ombra, stretta nel suo scialle, tratto tratto guardandosi alle spalle, tutta nel suo terror rabbrividendo. E quando entrò nell’orbita rossigna, la denunziò il fanale:

A rullo di tamburo, a squillo di tromba, all’ombra ardente del vessillo, a ritmo d’inni e di mitraglia, ammassa e lancia a torme i figli nostri, i figli nostri, ove un sol fulgore han vita e morte: fide vegliammo noi per questa sorte le culle d’oro e gli umili giacigli.

Comunque sia, in favore del Piccolo San Bernardo, oltre le solite corrispondenze, che è facile rintracciare dovunque, sta il fatto dell’agevole strada e la affermazione di L. Celio, il quale, a soli cinque anni dalla discesa di Annibale, scrive che questi passò per Cremonis jugum nel quale Cremonis jugum si ravvisa il Monte Crammont, ultimo della catena di Miravidi, all’ombra del quale chi scende in Italia dal Piccolo San Bernardo, deve per forza passare.

Non poteva passare dall’ombra al sole o dal sole all’ombra, senza che un irresistibile impeto d’aria gli rompesse per la bocca e per le narici. Lo strepito, in ispecie nelle ore tranquille, udivasi a gran distanza; e poichè si produceva in periodi determinati, serviva d’orario a quasi tutti i cittadini.

Nuove leggi venivano a far conoscere a molti quel che solo pochi s’andavan sussurrando all’orecchio: ed i fallimenti, rimasti all’ombra, cadevano sotto i raggi del sole meridiano. La legge sulle soggiogazioni parve un’ingiustizia verso i debitori, ma fu guarentigia dei creditori.

Ore dolci, ore divine di un colloquio che nulla turba, sguardo importuno, minaccioso rumore di passi vicini! Ore in cui l’anima, sciolta d’ogni sospetto, si espande rigogliosa e distende i rami flessuosi, all’ombra de’ quali due vite confidenti riposano! È sonno o veglia? È vita o visione? E quei nonnulla che labbro mormora a labbro, che l’orecchio non ode e che la bocca respira!

Diede un’occhiata al laghetto e si sentì la pelle d’oca. La superficie tranquilla non aveva una crespa, ma all’ombra faceva paura, perchè era nera come un panno funebre. Si passò una mano sulla fronte, e continuò a camminare sotto gli alberi. Al minimo rumore si fermava, e chiamava a mezza voce:

Meno la bassa gente, come nel sec. XVIII anche ufficialmente chiamavasi l’infimo ceto, tutti accampavano qualche diritto all’ombra del quale confortarsi. Patrizî, ecclesiastici, militari, civili, maestri e, fino al 1782, ufficiali della Inquisizione, componevano vere e proprie caste con privilegi, prerogative, immunit

Si mise il vento; fu spiegata la vela quadra che un istante palpitò malsicura: li uomini, rotti dalla fatica, si accasciarono sotto i banchi all’ombra. E il pilota, ch’era un erculeo vecchio della terra di Natolia, chiomato come un barbaro, scorse tre fuste di corsali appressarsi dalla parte di levante, e disse, piegando i ginocchi davanti al fanciullo: