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In tale serie, il primo posto è preso dal pensiero, dalla ragione, che è poi il logos filoniano e cristiano. Nell’atto che il pensiero generato, nell’uscire dall’unit

Il logos Cristo poteva trovare dei rivali nei numi simbolici del Neoplatonismo, ma il Cristo redentore vinceva tutto e tutti, e si trascinava dietro le anime, sitibonde di palingenesi morale, con una forza d’attrazione a cui nulla poteva resistere.

Non è il logos creatore, ma il logos redentore che ispira la teologia d’Ireneo e di Tertulliano.

Ed è che i Cristiani, non paghi di porsi in contraddizione con gli Ebrei da cui si dicono usciti, contraddicono stessi, poichè, nei Vangeli, egli dice, vi sono affermazioni inconciliabili fra loro, e la dottrina del logos incarnato nel Cristo, rappresentante una persona divina, che è un’invenzione di Giovanni, invano la cercate in Matteo, in Marco, od in Luca.

Ora, la teologia ortodossa, finchè rimaneva nell’ambiente latino, non poteva spiegare le ali a voli metafisici di grande altezza. Per quanto avesse, anch’essa, come punto di partenza l’idea del logos divino, pure non era il processo cosmologico, ma, bensì, il processo di redenzione che costituiva per lei l’essenza della religione.

L’importanza e lo sviluppo potente che aveva preso la dottrina del logos, inteso come un’essenza divina, generato da Dio, ma da lui divisa ed a lui subordinata, faceva rinverdire, sotto forma più scientifica e più misurata, le tendenze gnostiche delle più antiche eresie, e conduceva di nuovo il Cristianesimo sull’orlo del Politeismo. Contro questa dottrina sorse, o almeno si determinò meglio, una dottrina radicalmente diversa, che ebbe il nome di monarchianismo, la quale, pur conservando viva l’azione redentrice del Cristo, teneva ferma la fede nell’assoluta unit