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Ella non concepì neppure l'idea di consultare lady Keith, la quale avrebbe certo domandato di penetrare più addentro in quel mistero e l'avrebbe probabilmente sventato. Bambina aveva giurato di non più vedere il barone di Sanza.

Regina scoppiò in un fragoroso scroscio di riso. E che volete voi dunque ch'io faccia dimandò ella. Ciò che fa la principessa di Tobelskoy; ciò che fa la contessa di Thent; ciò che fanno lady Mouthbury, la baronessa Steingel, la duchessa di Castelmoro... ed altre parecchie che tu, io, altri conosciamo. Ma le sono delle bas-bleu politiche codeste. Poffardio!

L'unica cosa che avesse ricevuto da lady Sainsborough era una fotografia «presa in giardino col mio caro cane Fox», e un'altra di lady Sainsborough in amazzone «pronta per la cavalcata col barone Cuciniello». Vecchia matta, brontolò Aldo, gettando le fotografie nel fuoco e conficcandovele ferocemente colle molle. Poi chiamò Nancy e le espose lo stato delle cose.

Fioretti si profuse in discolpe e scuse, e baciandole le dita ingemmate, promise che ve l'avrebbe condotta l'indomani, e la sera appresso, e tutte le sere! Quindi Nino si accommiatò, con molti inchini e baciamani; e Fioretti lo condusse sino alla porta. Chi è? domandò Nino. Una «lady» dell'aristocrazia, disse Fioretti. Divorziata. Deliziosa, disse Nino.

Ma anche lei non aveva risposto alle ultime due lettere che Aldo le aveva scritte. Probabilmente aveva anche modificato il suo testamento. Dunque nulla da fare. Bisognava dunque scuotersi, agitare. Bisognava «sgobbare». Aldo si scosse... e sgobbò. Scrisse una terza lettera a lady Sainsborough. Poi si decise a chiedere a Carlo che gli desse un impiego nella direzione delle sue filature di seta.

Una mattina, a colazione, lady Keith leggeva il Times, quando, percorrendo la lettera del bravo corrispondente di Napoli, un movimento di sorpresa le scappò. Bambina era presente. Ma, il fratel vostro non si chiama egli dunque il signor Diego Spani? Per lo appunto, signora, rispose Bambina. Perchè? Lady Keith si tacque. Poi sclamò, quasi malgrado lei: Lo sospettavano dunque al torto!

Don Gabriele raccontò allora la storia della lettera, si accusò del ritardo del ricapito, e narrò ciò che aveva fatto e visto il mattino. Lady Keith gli strappò il foglio dalle mani e lesse a voce bassa, ed in francese. I suoi denti battevano, tremava ed ondulava come un giovane pioppo. Io non ho capito nulla, sclamò don Gabriele ingenuamente.

Lady Isabella era una inglese appena giunta, giovanissima, sposa di un ex-ammiraglio assai maturo, donna di una bellezza più che ideale, troppo ideale: di materia non vi era in lei che quanto è necessario a contenere l'anima che ammaliava, visibile nei suoi grandi occhi azzurri; era una bellezza languente, vi era nel suo portamento qualche cosa di stanco e d'indeciso, il corpo lasciava a desiderare ed il pallore delle sue guance e l'estrema finezza del suo profilo bellissimo non sarebbero piaciuti a molti.

In tutti i casi, il suo pedicure cumulava gli ordini di san Gregorio Magno e d'Isabella la Cattolica. La voce di lady Elisabetta era infantile e carezzevole come le sue maniere, quando nulla non la turbava. Il fondo della sua natura era affettuoso. La vita non l'aveva inacerbita. Lo spirito ed il cuore non erano vuoti, e per conseguenza turbolenti. Bambina era stata condotta presso di lei.

Ci sono proprio! , diss'egli. Lady Keith è il mio uomo! Il padre Piombini la confessava. Ella è amica del marchese, del colonnello Colini, amici del gesuita di Roma. Ella sar