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La semplice melodia iniziale fluì pura e piana dalle dita della bimba, e fu ripetuta dal pianoforte solo. L'ostinato crescendo della seconda frase si sollevò gradualmente fino all'appassionata nota acuta, e poi si lasciò ricondurre alla mitezza, dai trilli ritrosetti e teneri come un uomo incollerito s'intenerisce alla voce di un fanciullo. Marziali note al pianoforte.

Post vernazzi flui sugum botazzi, post corsi tenerum greghique trinchum, et roccam cerebri capit fumana et sguerzae obtenebrant caput chimaerae. O dulcis bibulo quies todesco, seu feno recubat canente naso, seu terrae iaceat sonante culo! Mox panzae decus est tirare pellem, mos est sic asino bovique grasso. LIMERNO. Ah! ah! ah! tu mi rumpi de le risa il petto con questa tua gentil Camena.

L'indomani, avviandomi al Faro in vettura, verso le due, incontrai il dottore Ripari, l'invitai a montare, e gli ripetei il colloquio della vigilia con Garibaldi. Al vecchio soldato fluì subito il sangue alla testa, e nella lusinga di potersi rifare della mancatagli giornata di Milazzo: Vengo anch'io, esclamò. E l'ambulanza generale? Trover

E ora, signori, se volgendo le spalle alla folla spettrale che ci fluì davanti noi entriamo negli studii dei nostri artisti, dei nostri poeti, dei nostri romanzieri, ci appare intatta l'antica potenza fascinatrice del dolore. Siamo pure condotti a considerare che nell'arte moderna si manifesta più e più la inclinazione a un uso razionale del dolore per diversi scopi di cui è conscia. L'arte moderna volentieri filosofeggia e parteggia, volentieri rappresenta il dolore come prodotto di esistenti ordini morali e sociali cui l'artista vuole additare come opposti a un ideale della sua mente e possibili a riformarsi giusta questo ideale. Noi osserviamo in pari tempo che il dolore così manifestamente rappresentato in servizio di tesi morali o sociali non ci commuove nell'opera d'arte quanto il dolore che procede dall'ineluttabile, dalle fatali condizioni della vita sulla terra, dalla morte, dall'amore, dai problemi della sorte umana, dalle ombre dell'al di l

Io t'inghirlando, o fonte ove quel giorno parvemi bere in coppa jacintea il sangue d'una dea, che a 'l cuore mi fluì letificando! Scendemmo il piano margine; e commise in dolce atto Isotta il fior de la sua bocca ad una vena e fresco e vermiglio e vivo rise quel fiore in tra la rotta onda e s'aperse, ch'io ritenni a pena un grido e in su la piena bocca più baci e più, cupido, impressi.