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Quanto all'animo di lui, io non era tuttavia riuscito a definirlo con esattezza. Era scettico, Gian Luigi, o indifferente, o fatuo, o innamorato di qualche cosa o di qualcuno? Probabilmente, colla instabilit

Programma semplice, chiaro, puro da un lato di reticenze ed equivoci, puro, dall'altro, d'ogni voce che accenni a sistemi non definiti e molteplici, capaci quindi di false interpretazioni e di suscitare calunnie e terrori. Le due parole aggiunte da molti in Francia alla parola repubblica, inutili e senza valore pratico, hanno scisso il campo e indugiato il lavoro d'emancipazione più ch'altri non pensa. Chi mai può in oggi sognare d'una Repubblica fondata, come nell'antica Venezia, sopra un patriziato che più non esiste? Chi può intendere l'Instituzione repubblicana, se non come fatto anzi tutto sociale e mezzo al rapido miglioramento delle misere condizioni economiche dei più fra i produttori? Ma chi può, d'altra parte, esigere dichiarazioni solenni di socialismo, prima d'aver detto a quale fra i tanti sistemi cozzanti l'uno contro l'altro egli attribuisca quel nome? E a che varrebbe l'accettazione di quella voce straniera, quando chi l'accetta la intende probabilmente in modo diverso dal vostro? I soli pegni efficaci dell'avvenire sociale invocato stanno nell'attiva predicazione delle idee ragionevoli, desunte dal moto dell'Epoca e dai serî lavori di quanti hanno cercato e cercano di definirlo: stanno nell'ordinarsi del Popolo alla solenne espressione de' suoi più urgenti bisogni, nella scelta accurata degli uomini chiamati a dirigere, nelle questioni proposte dagli elettori ai membri dell'Assemblea, che dovr

Egli era proprio insopportabile, e la zia Chiaretta aveva ragione a definirlo con una parola che per lei esprimeva la quintessenza d'ogni nequizia: È un carbonaro. Vediamo ora di far più stretta conoscenza col contino Leonardo Bollati, unico rampollo maschio della famiglia, unico erede d'un nome illustre negli annali della Serenissima.

I filologi alemanni, dunque, si trovarono di punto in bianco dinanzi a questo mostro, a questo ircocervo, che era uno ed era ventiquattro; e non vi so dire se, con la disposizione sortita da madre natura per le lucubrazioni apocalittiche, si sbizzarrirono a studiarlo, a sviscerarlo, a definirlo. E ognuno enunciava la sua teoria. Un dilettante di teratologia può con molto frutto andarle a scovare. Io non le infliggerò al lettore, che, del resto, può vederne discusse alcune in un bell'articolo di Raffaele Onorato (Nuova Antologia, 16 maggio 1912). Ma non voglio defraudarlo di quella dell'Urlichs, che apre il famoso Manuale della scienza dell'antichit