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La giovane sorrise, senza rispondere; ma quando si vide giunta al banco parato di damaschi rossi, dove s'aveva a inginocchiare, le parve d'aver fatto un grandissimo acquisto, perchè si sentiva venir meno.

Era bella la scena e stupendo il contrasto di questo ricevimento in una capanna di paglia, reggia del re dei re che con un cenno tutto può nel suo regno, misti alle sue mule e ai suoi cavalli, seduti a terra su dell'erba o dei tappeti europei, mangiando colle mani della carne cruda, ai piedi di un trono coperto con sete, damaschi, e ricami in argento, in presenza dei più grandi dignitari di Corte e del paese, frammischiati ad una massa di servi tutti quanti scalzi, tutti quanti coperti dal semplice scemma, spesso piuttosto sdruscito, sempre molto sudicio.

L'arcivescovo saluta allora la brigata per ritirarsi, e fa cenno a Baccelardo di seguirlo. Entrarono in uno scompartimento della tenda, destinato al letto dell'arcivescovo. Vi avevano rizzato un padiglione di damaschi a nappe d'oro, che covriva una specie di ottomana.

Il suo gusto era squisito nelle cose d'arte. L'appartamento n'era una prova visibile. Tutto, dalle vôlte, dalle cornici, dai mobili fino al più piccolo oggetto, aveva un valore artistico. Vi erano quadri scelti con sottile discernimento tra i capolavori delle migliori scuole, statue che rammentavano le greche, vasi della China e del Giappone, lavori di smalto e d'intaglio, velluti e damaschi cadenti in pieghe maestose, tappeti di Gobelins dai colori vivacissimi e armonizzantisi, e sopratutto specchi d'ogni sorta, dagli enormi dovuti alle fabbriche moderne che coprivano intere pareti fino ai piccoli, elegantissimi specchi di Venezia, con le cornici un po' annerite dal tempo, coperte d'ornati baroccamente contorti e ingemmate di specchini microscopici. Tutte codeste cose erano disposte con quell'ordine di sobria eleganza che indica il gusto di artista spinto fino alle ultime conseguenze; l'armonia dei colori e delle forme, l'unione tanto difficile degli stili, era ottenuta con la sicurezza infallibile che d

Entrati, facciamo un inchino, ci porge ancora la mano, ci fa dare il buon giorno, poi cominciamo la presentazione dei doni che il comitato milanese gli invia: un fucile della nostra armata con cartucce, due revolvers, un letto da campo in ferro, cuscino in seta rossa con corona reale ricamata, veluti, damaschi, panno di vario colore, fazzoletti di seta, saponi variati, candele, fiammiferi, diversi oggetti in gomma, briglia con striglia e spazzole pei cavalli, bottiglie di cristallo lavorato, alcune piene di liquori che ci invitò ad assaggiare noi, perchè fidarsi è bene e non fidarsi è meglio.