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Si ripassò tutto il repertorio classico e romantico, Beethoven, Chopin, Berlioz, Wagner e la musica italiana, che miss Dy amava sopra ogni altra. Se le signore sono alloggiate al Kursaal, avremo occasione di rivederci disse finalmente l'italiano, offrendo il suo biglietto di visita sul quale miss Dy lesse: Napoleone Barbetta, professore d'orchestra nel Regio Teatro della Scala.

Il direttore batte di nuovo la bacchetta sul leggìo, fa un segno speciale al contrabasso di sinistra, che non smette dal voltare pagine di musica, e.... tac-tac si affronta una indemoniata sinfonia di Berlioz, nella quale tutti hanno da sudare un paio di camicie, specialmente il contrabasso, che nell'orchestrina limitata, deve sostenere quasi tutto il motivo dominante.

Poi il tempo stringe; e il from scatta ogni tre battute più secco, più nervoso: finchè par che diventi irascibile.... Entriamo nel fitto della tempesta sinfonica. Pare che Berlioz voglia descrivere lo scatenarsi degli elementi: squillano gli ottoni raucamente, e il contrabasso deve segnare delle ripide scale decrescenti, oscure come quelle dell'inferno.

Come si fa a passare per eruditi senza un po' di Chopin, un po' di Spohr, un po' di Schumann, un po' di Berlioz, un po' di Wagner e un'altra decina, per sovracarico, di nomi impronunziabili? Mentre confesso di aver rinnegato il mio nazionale orgoglio per la vanit

Al margine del fosso Sulla morta natura Squittisce un pettirosso, Coll'aria d'un becchino, Che d'una vergin sulla sepoltura Legga ghignando un romanzo di Dròz, O si sfiati a trillar sull'ottavino Un tema di Berliòz.