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Aggiornato: 17 maggio 2025


Mangiati la lingua, brutta figura! esclama la donzella entrata in una stanza, dove l'aspetta un'altra giovane. Che cos'è stato, Teresa? Che cos'è questo rumore? questa le chiede. Niente, niente, risponde. Figurati che andando a fare la spesa, ho incontrato un signore zuavo, che s'è messo a farmi l'occhio di triglia, e a dirmi delle paroline inzuccherate.

Guardammo: in quella miserabile stamberga difatti noi non scorgemmo che un meschino lettuccio, su cui era disteso un bel giovine dalla barba bruna, probabilmente lo zuavo, il quale aveva tuttora il braccio al collo; una vecchiarella sdraiata su di un pagliericcio alzò la testa al nostro arrivo e ci guardò con occhi stralunati.

»Quelle parole mi trafissero l'anima; io compresi che il povero figliuolo si teneva umiliato dalle mie ripulse... Era offeso dalla preferenza accordata allo zuavo... Mi credette avversa al Piemonte... Era mio dovere disingannarlo e lo feci con tutto il cuore.

Giunta alla propria casa, la giovane sta per entrare, quando il soldato, venutole vicino, vuol seguirla oltre la soglia, ma essa, frappostasi coll'aitante persona fra la porta e lui: Va via! prorompe, e passando oltre chiude l'uscio con fracasso. Sacrè non! grida lo zuavo rimasto al di fuori; e intanto tenta, scuotendola, la porta chiusa al di dentro.

Intanto lo zuavo seguitava a far chiasso al di fuori, bussando alla porta, e urlando: Ouvrez non de Dieu! E Teresa di rimando a gridare: Batti, batti! così ti battesse il core! Oh Dio! sclamò l'altra donna. Non vorrei che in questo frattempo arrivasse il mio Peppe. Se ritrova costui fuori, si compromette di certo.

Uno zuavo papalino atteggiato a un portamento soldatesco fra lo spavaldo e il galante, la seguiva dappresso, arrischiando alcuni motti sguaiati in gergo mezzo francese, ai quali la romana non rispondeva altrimenti che colla più sprezzante noncuranza.

»Era giorno di festa per Milano... I Tedeschi scappavano a rompicollo... entravano i Francesi, i Piemontesi, i nostri!.... inebbriata di entusiasmo, apersi la mia casa ai liberatori, e il primo dei miei ospiti uno zuavo, tutto ancor polveroso e schiumoso per le fatiche della marcia non mi lasciò tempo da esprimergli la mia riconoscenza, e fece un assalto di sorpresa, che, per mia sbadataggine....gli riusciva a meraviglia.

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