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Aggiornato: 2 giugno 2025


Le prigioni del despota eran zeppe a Palermo ed i fatti di Maniscalco e del 4 aprile le avean colme giacchè la prigionia serve alla tirannide per reprimere non solo le aspirazioni dei popoli ma per spaventarli.

È necessario a questo esame della propria vita comune e della propria vocazione l'intervento di tutti gli elementi che compongono la Nazione. L'esclusione di un solo elemento costituirebbe a suo danno ingiustizia e tirannide.

L'impresa del 4 aprile mosse gli uomini di cuore che dopo la fallita impresa della capitale presero la campagna, congiungendosi alle squadre di quegli ammirabili picciotti sempre pronti a misurare i loro poveri fucili colle armi perfezionate dei soldati della tirannide, sempre pronti, senza dimandarne la causa, a correre in sostegno dei concittadini impegnati contro mercenari nostrani o stranieri.

Allora il Generale, quando era ancora pochi metri lontano dalla spiaggia, mandò agli Scarlinesi, come ultimo saluto, il grido maschio e vibrato: «Viva l'ItaliaEra sfida alla tirannide che lasciava padrona del campo vaticinio di destini migliori saluto ai patriotti che nel nome della patria derelitta avevano spregiati i pericoli per dare a lui salvamento.

Salve a voi forse la parte migliore della schiera che seminaste le nobili ossa su dieci campi di battaglia per la redenzione patria o per la redenzione d'altri oppressi, ma sempre contro la tirannide, fosse essa avvolta nella tiara o nella clamide imperiale!

E via così: Dov'è, con riparto siffatto di doveri e diritti, il pericolo d'anarchia o di tirannide? Dove il vizio d'una Nazione impotente a calcare, per gelosia di localit

E s'uomo stesso il fa, dite che spoglia non riportâr tirannide tiranni di questa mai piú bella e che piú appanni ogn'altra gloria, ch'uomo al mondo invoglia. Ma il ciel di stelle e d'acque il mar fia manco, qualor accaschi in uomo tanta forza, ch'ei vecchio stile da levi unquanco.

I Mille, vestiti in borghese, degni rappresentanti d'una nazione oppressa, assaltavano, col sangue freddo dei Trecento di Sparta o di Roma, un nemico numeroso, di posizione in posizione e formidabile ed i soldati della tirannide brillanti di pistagne e spalline fuggivano davanti a loro!

Tutti si stringono ed io l'ho veduto, e lo vedo tutti si stringono intorno alla tirannide a succhiare, come intorno alle infinite mammelle di Cibele. Vi aggrada cotesto umore? Succhiate, maledetti! A stille, e per mercede, vi si rende quello che a largo sorso fu bevuto dalle vostre vene.

La tirannide che non si placava mai, la diffidenza politica, che ingigantiva la colpa, paurosa di pericoli, lo aveano gettato in quel carcere: a terrore, esempio d'altri, anzi che ad equa espiazione di un suo fallo. Ma egli, egli, che avea tanto imprecato, la sorte, era davvero innocente quanto si credeva?

Parola Del Giorno

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