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Aggiornato: 21 luglio 2025


Disputano i teologi se gli incesti sieno tutti d'una specie o no; molti opinano essere essi di specie diverse imperciocchè nell'unione carnale fra consanguinei v'ha una malizia speciale che non si rinviene nel commercio venereo fra affini. L'accoppiamento, per esempio, colla propria madre o colla propria figlia è ben diverso da l'incesto fra parenti consanguinei o affini d'altri gradi più remoti.

E, perché ne' lor versi parlavano delle cose divine, furono appellati non solamente «poeti», ma «teologi»; e per le opere di costoro dice Aristotile che i primi che teologizzarono furono i poeti.

Disputano i teologi se gli oratorii debbansi o no annoverare fra i luoghi sacri. Se essi sono pubblicamente destinati alla celebrazione dei divini uffici, se i fedeli al suono delle campane o in altro modo chiamati vi convengono indistintamente, o se non appartengono a privati cittadini, il caso non sembra presentare difficolt

Dicendo l'asina d'Ariobalaa avere parlato, che secondo i Teologi fu fatto con aiuto dell'Angelo, e conciossiachè non sapesse ella quello che si dicesse, nondimeno la lingua era fatta dire quello che era utile allo esercito degli Ebrei, ed a ciò gli era guida lo spirito buono. Nondimeno dirò quello che raccontino le storie de' Gentili dell'avere parlato i buoi.

Rispondiamo, con tutti i teologi, negativamente, perchè il versare a quel modo il proprio seme è cosa contro natura, e detestabile. Se il pericolo della morte non è molto probabile, si consumi completamente l'atto, se poi il pericolo è moralmente certo, bisogna astenersene affatto. In questo caso non rimane ai coniugi altra via di salvezza che quella della continenza: è questa una condizione lagrimevole, ma non può essere mutata. Questi disgraziati sposi devono, se vogliono con più facilit

Il discorrere intorno a cose oscene non è IN assolutamente un male, e lo prova l'esempio dei medici, dei teologi, dei confessori, ecc. che possono parlare di queste cose senza peccare.

Oltrediché, in tutta la storia della poesia moderna scorgesi manifestissimo l'impero assoluto della critica. Aristotile divenne il legislatore de' poeti, siccome lo era de' filosofi e de' teologi.

La libertá ecclesiastica, propugnata, ottenuta da Gregorio VII e da' suoi predecessori e contemporanei, ebbe bisogno di grandi teologi; e cosí li fece sorgere, e con essi parecchi di que' filosofi scolastici, i quali mal si distinguono da' teologi, e de' quali è gloria di alcuni filosofi contemporanei nostri aver saputo riconoscere i meriti finalmente.

Silvius, Billuart e Dens ed altri teologi insegnano, come probabile, che l'uomo, il quale usi con una meretrice, non è obbligato a dichiarare questa circostanza, perchè, tutto considerato, tale fornicazione non ha ai loro occhi una gravit

Contro gli spettacoli scrissero espressamente il Principe De Conti, Nicole, Bossuet, Desprez-De-Boissy: li hanno pure condannati, l'autore dell'opera intitolata: «CONTE DI VALMONT« Tromageau, Pontas e quasi tutti i nostri teologi. Lo stesso G. G. Rousseau, in una lunga ed eloquente lettera a D'Alembert, li biasimò fortemente.

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