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Aggiornato: 31 maggio 2025
Oh, potessi scordar l’alate e rosee Larve del sogno appassionato e stolto De la mia gioventù; Su le rovine de l’amor sepolto Non ridestarmi più! .... Va, sirena, e trionfa.
Non ti scordar di me! Non ti scordar di me! La voce della vicina Don Pietro!... Siete voi? Pietro Pare. In che posso servirvi, signora Punzo? La voce della vicina Favorirmi sempre. Volevo pregarvi: stanotte, in sogno, un morto con la gobba e un bue a tre corna. Che mi dite? Che numeri devo giocare? Pietro È chiaro: il morto con la gobba 47 e 57, il bue 77, e metteteci il 3... per le corna.
Quelle che vedi Lucide eterne sedi Serbansi al merto; e la più bella è questa, In cui vive con me qualunque in terra La patria amò, qualunque offrì pietoso Al pubblico riposo i giorni sui, Chi sparse il sangue a benefizio altrui. Se vuoi che le raccolgano Questi soggiorni un dì, Degli avi tuoi rammentati, Non ti scordar di me.
Ma la signorina, non aveva tempo di osservare quelle tenerezze, intenta com'era alle innamorate di Frascolini, sedute l'una di faccia all'altra, ai due lati opposti della platea. La Veronica vestiva di nero; e portava nei capelli il suo mazzolino, ormai caratteristico: quel mazzolino dai sentimentali non ti scordar di me ch'essa chiamava: Ferghit menichts.
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