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Aggiornato: 31 maggio 2025
Non era ancora avvenuto l’ultimo scontro gi
Quand’ecco il Fortebracci, tutto chiuso nell’elmo con sopra tre neri pennoni, si trova dinanzi al capitano Fredi de’ Vergiolesi, che perciò subito lo ravvisa; com’egli stesso era agevole a riconoscersi alla ciarpa di famiglia, bianca e celeste. Il Fortebracci voleva pure evitare questo scontro, ma, in mezzo ad altri cavalieri, non gli fu più possibile.
Indubbiamente la battaglia dovrebbe prender nome dalla Scurcola, perchè il Campo Palentino, che Carlo in alcuni documenti indica come luogo dello scontro, si trova esattamente sopra Scurcola.
Furioso lo scontro; accanita la pugna; i Finarini fecero miracoli di valore per una intiera giornata. Quivi si segnalò Paolo Adorno, nipote di Barnaba, combattendo a corpo a corpo con Giovanni di Cuma, che fu balzato d'arcioni e campato a fatica dai suoi serventi e compagni. Vantaggio di quella giornata, in apparenza, nessuno.
Detto questo, si licenziò dal suo Francesco Sforza, che lo volle abbracciare. Quando fu per uscire si scontrò nel Morone, che veniva dalle camere di Massimiliano e che gli disse: È qui il duca Francesco? Egli è qui difatto; siete venuto a tempo, ed io vi lascio con lui; a rivederci all'alba. E senza più altro si partì lasciando appunto il Morone col duca.
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