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Indubbiamente la battaglia dovrebbe prender nome dalla Scurcola, perchè il Campo Palentino, che Carlo in alcuni documenti indica come luogo dello scontro, si trova esattamente sopra Scurcola.

Ci affrettammo a salire alla Scurcola. Questo villaggio copre col suo labirinto di strettissime strade il dorso roccioso del monte, la cui pietra serve in parte di selciato alle vie. Sul punto più alto si trova la cattedrale, S. Maria, che sembra appoggiarsi alla torre rotonda dell'antica rocca, oggi in rovina.

La battaglia è chiamata con varî nomi dai cronisti del tempo, di Tagliacozzo, di Alba, di Campo Palentino, della Scurcola. Anche Dante dice: e l

Gli Orsini la costruirono, secondo mi fu detto; poi appartenne ai Colonna che anche oggi portano il titolo di baroni della Scurcola. L'edera avvolge strettamente mura e portale, e nasconde lo stemma. Tutto il paese è come il monumento dell'antica battaglia. Si leggono con strano stupore i nomi storici di queste sporche e strette viuzze: Via Carlo d'Angiò, Via Corradino, Via Ghibellina.

L'immagine è di legno dorato, e rappresenta la Madonna seduta; essa ha fra le braccia il Bambino, che tiene in mano il globo del mondo. E' un lavoro che non ha nessun carattere barbarico, di un genere sorto prima in Italia che in Francia, come conferma la tradizione della Scurcola. Si trovò quell'immagine sotto le rovine di quel chiostro nel 1757, e fu trasportata nella chiesa del villaggio.