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Aggiornato: 22 giugno 2025


MELITEA. Vi giuro non da povera schiava ridotta in misero stato dove mi trovo, ma da quella gentildonna che fui, che riporrei questo beneficio nel fondo del mio core, per pagarlo poi quando potessi con quanto vaglio; ché avendo a morir tra poco, morrei contenta. PIRINO. E se lo vedeste, che fareste? MELITEA. Che farei, dici?

MANGONE. E non contento di avermi rubbata la mia schiava, per svillaneggiarmi mi mandasti un presente pieno di furfanterie, con dirmi ch'eran le miglior robbe di Raguggia.

Regina di Serbia, stanotte scordasti, per l’ore solenni, la veste di rosso broccato?... Purpurea qual sangue di vinti è la tunica slava che avvolger ti dee, prima schiava d’un torbido regno, di patria ne l’ore solenni. Ma gli ebbri soldati, o superba, ti preparano, ti preparano, col piombo, la tunica Serba.

Per me! la vostra schiava.... Non dite così, interruppi io e in quell'istante osservai che le altre donne si ritiravano inchinandosi e ci lasciavano soli dite la vostra amante, la vostra sposa; trovate, se potete, una parola dolce che valga ad esprimere ciò che voi sarete per me.

È sempre il prigioniero di Gualeguay che intuona alla patria schiava i versi pieni di amore selvaggio: Io la vorrei deserta E i suoi palagi infranti .......... Pria che vederla trepida Sotto il baston del Vandalo!

MELITEA. Queste lodi non convengono alla schiava che ben conosce il suo proprio merito, ma alla generositá dell'animo del suo padrone. PIRINO. Dove è vero amore, non ci sono lusinghe e inganni. FORCA. Padrone, questo non è tempo da scherzi: abbiam bisogno di prestezza e che i fatti prevengano le parole, se non, siam rovinati.

alla descrizione della villa pompeiana, dove Delia è schiava: Ride aprica intorno La villetta amorosa: Nitidissimo il giorno Che sorge, a mano a mano L'alte vette, i grand'alberi, i sacelli. Le mura antiche e gli archi, Fin quest'erma che ancor negletta e mesta Riposa, ùmile terra, Pare che allegro varchi E del suo bacio imporpori e suggelli. Come ardente amator novella sposa.

E non si accorse che intanto l'uomo scaltro ed erudito la dominava con la sua stessa paura e l'appoggiava come una schiava al carro della sua colpa. Quando tornai a Padova, dopo le vacanze, mi parve di leggere nel volto meno chiaro della bella Nina come una nota misteriosa di dolore e di avvilimento. Essa mi fece capire che aveva qualche ragione segreta di vivi dispiaceri.

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