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Aggiornato: 7 giugno 2025


«Capitano!». «Suona la sveglia! suona a raccolta! Svelti, figliuoli! A cavallo e seguitemi! Viva la Principessa donna Rosmunda!». Ufficiali e bassaforza, furon tutti desti e pronti in un batter d'occhio.

Dopo l'orazione stupenda del Commissario regio, si procedette allo interrogatorio dell'imputato. Sennacheribbo raccontò le cose molto semplicemente, tacendo solo del modo in cui gli era apparsa la fata, non parendogli opportuno divulgare il secreto del legacciolo, ch'egli immaginava la Rosmunda desiderare che rimanesse occulto.

Disse la Rosmunda: «Cara santola, scusate l'incomodo: ma, ve ne prego, raccontate anche voi a questi Signori qui, come sono andate veramente le cose, e qual parte ci avete avuto voi, acciò si sperda ogni dubbio dagli animi loro».

Ma come raffigurarvi l'orrore, che la Rosmunda provava per questa tigre in volto umano? e 'l suo sgomento, riflettendo, che forse appunto pel terrore incusso dall'autocrate e per cansare una guerra, ch'egli avrebbe inumanissimamente condotta, popolo e Parlamento potevano lasciarsi indurre, rassegnarsi ad acclamarlo Re, a darglielo per isposo?

La madre adottiva di Sennacheribbo venne a vivere col figliuolo, amata e riverita non men che da lui, dalla Rosmunda, la quale, succedendo al padre del Regno, volle prima associato il marito al poter regio e poi gliel rinunziò tutto, dicendo che una donna deve pensare alla casa ed a' figliuoli unicamente.

Calmato alquanto il subbuglio, il tumulto, la perturbazione che seguì la partita della fata e della Rosmunda, il Commissario governativo alzatosi in piedi ed impetrata la parola dal Presidente, dichiarò di ritirar l'accusa contro Sennacheribbo: «Dal momento che ci abbiamo un ordine verbale di Sua Maest

C'era una volta un Re di Scaricabarili, vedovo e padre di figliuola unigenita, bella quanto il sole. E, dicendo bella quanto il sole, par che si dica quel più che può dirsi. La Rosmunda, ereda presunta del trono scaricabarilese, portava due grandi occhi bruni in fronte, che innamoravano; ed in capo una chioma lunga e folta tanto, che avrebbe potuto vestirsene.

Frattanto io corro a sbrigare ed aggiustare un certo conto coi rapitori; e bramerei non aver impicci di donne qua presenti». «Non temere; la ragazza rimane nella mia custodia. Bravo Sennacheribbo, corri pure a far quel che occorre. Penserò io a rintegrar la Rosmunda nel dominio paterno.

Ma noi possiamo comprendere il perchè: le assemblee ed i comizi non sono composti in maggioranza da persone ammodo, colte ed intelligenti quanto la Principessa Rosmunda! Raffaello Granata, il Cimadibue dalla lunga zazzera e dalla berretta di velluto, era almeno soltanto noioso.

«Sia lodato il cielo! Senti qua, Rosmunda: io ti amava; mi piacevi. Tu mi hai ricolmo di mortificazioni. Invece di antepormi e preferirmi subito e senz'altro a tutti, mi hai dati un subisso di concorrenti, tutti da meno di me, nessuno dei quali ti era meno accetto di me. M'è stato riferito, che mi hai dileggiato, perchè non ho gli occhi come i tuoi, che mi hai maledetto perchè non ho un animo effeminato.... Or bene, ci ho però visto tanto da raggiungerti; e della mia crudelt

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