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Aggiornato: 23 giugno 2025
Ma egli non è di questo conte Ugo, capo stipite dei signori di Roccam
Il dotto strozziere se ne stava nella sua falconeria, comodo edifizio accanto alla seconda porta della rocca, dove erano tutte le generazioni di falchi e d’astori, ed ogni altro arnese attinente alla caccia. Quella nobile famiglia di bestie aveva faticato di molto nella giornata, poichè il conte di Roccam
Fra Gualdo era il vero padrone di Roccam
Dolorosa, senza fine dolorosa, fu nella mente di quella povera donna la ricostruzione del passato, operata a stento con tutti que’ particolari che giungeva tratto tratto a risapere. Che significavano tutte quelle vendette? Perchè Ugo il felice aveva eletto di finire a quel modo? La leggenda di Roccam
E qui nuove incertezze, ed una tenerezza ineffabile per quella donna. E con questo pensiero, vagheggiato nella mente senza farne motto al compagno, un cavaliero, male in arnese e stanco in apparenza come chi abbia fornito assai lungo cammino, saliva l’erta di Roccam
Ahi, Ugo di Roccam
Qual mutamento! La sala di giustizia, sala severa, dalle cui pareti pendevano i pennoncelli dei Roccam
Per tal modo, non rimasero presso il conte Ugo che il pellegrino e mastro Benedicite, strozziere, maggiordomo, ser faccenda di Roccam
Anzitutto ei dormiva, oh! dormiva come un ghiro, e non c’era verso che il ponte di Roccam
Alle seconde mense, e in quell’ora che i più lieti ragionari si alternavano con le tazze ricolme di vini aromatici, volle fortuna che si riparlasse di Roccam
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