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Aggiornato: 17 maggio 2025
Ma il dialogo fu troncato dal riapparire dei regatanti. Ora, la finestra sul rio guardava precisamente verso la parte dalla quale i gondolini tornavano, e Fortunata vide ben presto che il viola continuava ad essere il primo e aveva aumentato anzichè diminuito l'intervallo che lo separava dagli altri. Il valore di Nane Bisatto aveva finito ormai col trascinare i più restii, e, con una volubilit
La fulgida visione disparve, e di lì a poco s'intese il cannone che annunziava la partenza dei regatanti dalla punta dei Giardini pubblici. Un lungo mormorio corse attraverso la folla accalcata sulle due rive del Canalazzo; poi si fece uno di quei silenzi solenni in cui si sente palpitare il cuore d'un popolo. Oggi scaduta dalla sua importanza, la regata era fino a trent'anni fa lo spettacolo favorito dei Veneziani. A ogni modo, essa era ed è sempre lo spettacolo popolare per eccellenza. La lotta dei gladiatori in Roma antica, la corsa dei tori in Ispagna trovano forse una maggior partecipazione in tutte le classi sociali, ma nessuna festa scuote più vivamente le fibre della moltitudine. Quanto tempo prima se ne discorre nei traghetti, per le osterie, nelle case, nei trivii, quanto tempo dopo si continua a parlarne! E il giorno della prova, mezza Venezia si spopola per riversarsi sull'altra met
Infatti i gondolini dovevano ancora giungere al punto estremo del Canal Grande, a Santa Chiara, poi girare intorno a un palo che qui chiamano il paletto, e rifare una gran parte del cammino fin presso l'imboccatura del rio Foscari, ove sorge la cosidetta Macchina, ch'è una elegante baracca di legno improvvisata sull'acqua e segna la meta ultima della corsa. In tal maniera, da tutti i palazzi che stanno tra il rio Foscari e Santa Chiara, i regatanti si vedono due volte, cioè all'andata e al ritorno. E realmente il ritorno può serbare non piccole sorprese, e tale che chi era primo diventa secondo, e tal altro che pareva ormai fuori d'ogni speranza accenna a conquistarsi valorosamente la sua bandiera. Ma questa volta gl'intenditori dicevano chiaro e tondo che a Nane Bisatto il primo premio non lo portava via neppure il Padre Eterno, giacchè c'era troppa distanza tra lui e il gondolino di Tita Oliva, ed era gi
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