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Aggiornato: 14 giugno 2025
All'indomani, o qualche giorno dopo, il direttore lo mandò nell'altro reclusorio a mia insaputa e io non ho potuto restituirgli lo Stecchetti che mi aveva imprestato per passare il tempo. Lo scrivanello lo sapeva quasi tutto a memoria. Fra i passatempi dei condannati.
Ci si passò la catena da un braccio all'altro e fiancheggiati dai carabinieri e seguiti dai facchini coi fagotti, ci avviammo verso il reclusorio. Il silenzio intristiva la scena.
So che lei adesso non può spendere che settantacinque centesimi e che questo aumento non le è stato concesso che pochi giorni sono. Da oggi io posso comunicarle ch'ella può spendere per il suo vitto cinque o anche dieci lire al giorno, se lo desidera. Non c'è limite. Se non le piace la cucina del reclusorio può servirsi dell'osteria o dell'albergo di fuori. Desidera qualcosa altro?
Perchè sono le striscie che rappresentano la casa di pena e riassumono l'emblema del reclusorio. Sono i colori della camicia, i colori delle lenzuola, i colori del saccone, i colori del tascapane, i colori delle mutande, i colori del berretto, i colori della casacca e i colori dei calzoni. Per tutto il tempo della condanna non si vedono che dei clowns.
Egli è stato eletto deputato mentre era nel reclusorio di Finalborgo e Forlì continuer
Valera lo battezzò subito per il Javert del reclusorio, per un Regolamento ambulante, per il funzionario che si sarebbe stroncata la vita piuttosto che violarlo. E attraverso i mesi che siamo rimasti sotto la sua sorveglianza non abbiamo avuto occasione di modificare il giudizio valerano. Egli è rimasto, per tutti noi, l'uomo-regolamento, guidato da uno zinzino di buon senso.
Gustavo Chiesi, che si interessava assai poco della vita del reclusorio e che giurava, di tanto in tanto, che non avrebbe mai scritto una riga sulla sua prigionia, aveva della tenerezza per il cuoco. Ci diceva che, se andava fuori, voleva fare qualche cosa per lui, perchè lo meritava. Sapevamo che era un fratricida, ma avevamo la sua parola d'onore ch'egli era innocente.
Perdutamente innamorato dei suoi ideali, egli non sospettava che sarebbe venuto il giorno in cui i suoi nemici che sono anche i nostri lo avrebbero sorpreso sulla strada e svaligiato di tutto. È stato mandato al reclusorio di Pallanza come incitatore di tumulti e come un demagogo che mette un po' di barricata in ogni frase.
Col dorso verso la torricella, dalle finte finestre, che usciva da un angolo dell'edificio, vedevamo un largo verde di Capra Zoppa. La torricella era triste e ci ricordava che in essa erano le celle più orribili del reclusorio. Al lato opposto della porticina d'entrata del portico, è la muraglia con le finestruole a mezzaluna e a doppia inferriata, dietro la quale è una filata di cubicoli.
Le mani dei galeotti irruppero negli applausi e le loro bocche incominciarono a gridare: Viva l'Italia! Viva l'Italia! Ai reclusi venne fatto lo stesso discorso e anche nelle loro camerate risonarono i battimani e il: Viva l'Italia! I soldati rimasero nel reclusorio tre giorni e i caporioni passarono sotto consiglio e andarono ai banchi di rigore per qualche mese.
Parola Del Giorno
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