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Aggiornato: 28 maggio 2025


Or sendo privo di altero oggetto ragion è ben che 'l mio dolor sia solo; e che sia la mia lingua, il cor e gli occhi, lingua fioca, cor tristo e occhi molli. I' vo dolente, e pur convien ch'io vada; misero Mopso ov'è la tua Talia? Cara Talia, ov'è il tuo fido Mopso? O duro fato, o cruda dipartita. Lasso, che importa a poverel pastore quel che facciano i ricchi, empii tiranni?

si cantò non Bacco, non Peana, ma tre persone in divina natura, e in una persona essa e l’umana. Compié ’l cantare e ’l volger sua misura; e attesersi a noi quei santi lumi, felicitando di cura in cura. Ruppe il silenzio ne’ concordi numi poscia la luce in che mirabil vita del poverel di Dio narrata fumi,

Li` si canto` non Bacco, non Peana, ma tre persone in divina natura, e in una persona essa e l'umana. Compie' 'l cantare e 'l volger sua misura; e attesersi a noi quei santi lumi, felicitando se' di cura in cura. Ruppe il silenzio ne' concordi numi poscia la luce in che mirabil vita del poverel di Dio narrata fumi,

Talora a quel delubro io discendea Dubbio su tutto, e quasi su Dio stesso, E lung'ora solingo ivi gemea Da sciagurate passioni ossesso, Poi vedea mover giù dalla scalèa Il poverel da' suoi malori oppresso, Ch'appo il corpo del Santo s'inchinava, E di lui la beata alma pregava.

Li` si canto` non Bacco, non Peana, ma tre persone in divina natura, e in una persona essa e l'umana. Compie' 'l cantare e 'l volger sua misura; e attesersi a noi quei santi lumi, felicitando se' di cura in cura. Ruppe il silenzio ne' concordi numi poscia la luce in che mirabil vita del poverel di Dio narrata fumi,

Quando tu piangi, teco Intenerir mi fai: Se al poverel tu dai La tua pietade io sono; Io sono il tuo perdono, Io son di te quel che giammai non muore. Strette in un solo amore, Fiamme d'un solo Iddio, Tu sulla terra ed io Dal ciel donde scendea Siamo la stessa Idea, Che vince d'ogni morte ogni furore.

si cantò non Bacco, non Peana, ma tre persone in divina natura, e in una persona essa e l’umana. Compié ’l cantare e ’l volger sua misura; e attesersi a noi quei santi lumi, felicitando di cura in cura. Ruppe il silenzio ne’ concordi numi poscia la luce in che mirabil vita del poverel di Dio narrata fumi,

Sordo da tanto urlar, da' picchi infranto, E più dal senso del supplizio atroce, Il poverel movea simile a un santo, Che tra fieri Giudei porti la croce. Con l'orecchie dimesse, in suon di pianto A intenerir la turba alza la voce, E ragli emette ora profondi or fini, Ch'

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