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Aggiornato: 12 luglio 2025
Pensavo:
Io pensavo al mio vecchio amico Richter, al mio povero vecchietto musicomane. E quando è morto? Psst! fece Weber Chieggo scusa, signor. Dopo. Cominciava la musica. Si levò in piedi, si scappellò e si mise ad ascoltare con religiosa attenzione.
Pensavo:
Pensavo al profeta Elia che per risuscitare i fanciulli morti si stendeva sui loro corpicini, le mani sulle mani, i piedi sui piedi, la bocca sulla bocca, ed invocai la fede che fa muovere i monti, per rinnovare quel miracolo, e rannicchiarmi nell'impronta di Fulvia sulla sua poltrona. Ma la fede non venne, nè il miracolo. Allora mi alzai, girai per la stanza esaminando ogni cosa.
Senz'accorgermene, almanaccavo anch'io intorno al dovere. Cioè? Pensavo che il dovere somiglia un poco ai còmpiti di scuola. Questi còmpiti c'è chi non li fa, chi li fa soltanto per sè, e chi li fa per sè e pei compagni. Così il dovere. Io per esempio sono convinto che quel Girolamo Bardelli lo faccia per sè e per tutti della famiglia. Ed è uomo capace di non parlarne mai. Al Lido.
Così pensavo, guardando lo splendore di nudit
Felice te! pensavo. Vorrei gi
«Ad ogni modo, pensavo che troverei sempre una gola spalancata, o quanto meno un ripido declivio per lasciarmi precipitare in un momento di libert
Mi piaceva; era funestamente bella; da lei cominciava la sera, brillava il sole, odoravano i fiori, mandava un tremito nello spazio la bianca terra di Guipuzcoa. E nel guardarla pensavo:
La pregai di non turbarsi con questa idea, le dissi che prendendo moglie mi sarebbe stato materialmente impossibile di rimanere nella casa paterna e che pensavo portar la mia dimora in Roma o in Firenze, insomma in una grande citt
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