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Aggiornato: 11 giugno 2025
¹ Passavanti, Specchio della Vera Penitenza. Il fanciullo alzò gli occhi, e peritoso si pose a guardarla. «Va, Manfredino;» insisteva la nobile Elena «hai tu forse paura?» Andò con franco passo il fanciullo alla tavola su la quale stavano diversi strumenti, tolse il liuto, e porgendolo alla Regina parlò: «Ecco, mamma, il liuto.» «Gran mercè, figliuol mio,»
«Io lascio alle rane il gracidare, ai corbi il crocidare, le cose vane al mondo; io m'incammino a logica tale, che non teme la conclusione della morte» cioè alla religione. E così abbandonando ogni cosa si fece religioso, santamente vivendo fino alla morte. PASSAVANTI, Specchio della vera Penitenza. Dist. 2. cap. Segreti del Piccolo Alberto. Lione, 1731.
Questa novella è riportata dal Passavanti per dire che il diavolo talvolta assume la forma di animale. Questa novella è riportata per dire che il purgatorio si sconta talvolta sulla terra. Questa novella è ricordata dal Boccaccio, questa novella è in fondo a tutte le visioni, a tutti i tormenti, è in fondo alla Francesca da Rimini di Gabriele d'Annunzio, nell'ultimo atto dove la donna incestuosa, adultera ha avuto il sogno non del cavaliere ma dei cani latranti, è al fondo del Trionfo della Morte dove l'amante deve uccidere; è al fondo del Piacere di Gabriele d'Annunzio dove tutto ciò che ci può essere di osceno è detto, ma per portare alla espiazione; è al fondo del Fuoco di Gabriele d'Annunzio dove una divina attrice è denudata per la vanit
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