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Aggiornato: 8 giugno 2025
con altra voce omai, con altro vello ritornerò poeta, e in sul fonte del mio battesmo prenderò ’l cappello; però che ne la fede, che fa conte l’anime a Dio, quivi intra’ io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte. Indi si mosse un lume verso noi di quella spera ond’ uscì la primizia che lasciò Cristo d’i vicari suoi;
però che ’l sol che v’allumò e arse, col caldo e con la luce è sì iguali, che tutte simiglianze sono scarse. Ma voglia e argomento ne’ mortali, per la cagion ch’a voi è manifesta, diversamente son pennuti in ali; ond’ io, che son mortal, mi sento in questa disagguaglianza, e però non ringrazio se non col core a la paterna festa.
Troppa è più la paura ond’ è sospesa l’anima mia del tormento di sotto, che gi
Disser: «Fa che le viste non risparmi; posto t’avem dinanzi a li smeraldi ond’ Amor gi
sempre mi stanno innanzi, e non indarno, ché l’imagine lor vie più m’asciuga che ’l male ond’ io nel volto mi discarno. La rigida giustizia che mi fruga tragge cagion del loco ov’ io peccai a metter più li miei sospiri in fuga. Ivi è Romena, l
Ben s’avvide il poeta ch’ïo stava stupido tutto al carro de la luce, ove tra noi e Aquilone intrava. Ond’ elli a me: «Se Castore e Poluce fossero in compagnia di quello specchio che sù e giù del suo lume conduce, tu vedresti il Zodïaco rubecchio ancora a l’Orse più stretto rotare, se non uscisse fuor del cammin vecchio.
<<Se voi venite dal giacer sicuri, e volete trovar la via piu` tosto, le vostre destre sien sempre di fori>>. Cosi` prego` 'l poeta, e si` risposto poco dinanzi a noi ne fu; per ch'io nel parlare avvisai l'altro nascosto, e volsi li occhi a li occhi al segnor mio: ond' elli m'assenti` con lieto cenno cio` che chiedea la vista del disio.
vertù così per nimica si fuga da tutti come biscia, o per sventura del luogo, o per mal uso che li fruga: ond’ hanno sì mutata lor natura li abitator de la misera valle, che par che Circe li avesse in pastura. Tra brutti porci, più degni di galle che d’altro cibo fatto in uman uso, dirizza prima il suo povero calle.
Quella sonò come fosse un tamburo; e mastro Adamo li percosse il volto col braccio suo, che non parve men duro, dicendo a lui: «Ancor che mi sia tolto lo muover per le membra che son gravi, ho io il braccio a tal mestiere sciolto». Ond’ ei rispuose: «Quando tu andavi al fuoco, non l’avei tu così presto; ma sì e più l’avei quando coniavi».
Lo corpo ond’ ella fu cacciata giace giuso in Cieldauro; ed essa da martiro e da essilio venne a questa pace. Vedi oltre fiammeggiar l’ardente spiro d’Isidoro, di Beda e di Riccardo, che a considerar fu più che viro.
Parola Del Giorno
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